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Dossier Tropici

Fuga dal Natale

Dopo settimane passate in mezzo alla confusione e al traffico bloccato, alla disperata ricerca di regali inutili, alberi da addobbare e panettoni, arriva finalmente la festa che tutti aspettano. E dalla quale tanti vorrebbero scappare.
Come Luther, il protagonista di "Fuga dal Natale": lui e sua moglie sono una coppia di americani abituati a festeggiare il Natale come si deve, con tanto di pupazzo Frosty sul tetto. Ma la loro figlia è partita per una missione umanitaria, così la coppia decide di 'skippare' le feste regalandosi una bella crociera nei Caraibi. E' solo l'inizio di una divertente serie di disavventure raccontate con garbo da Grisham e riprese poi in una piacevole commedia.
La questione è dunque se fuggire o restare. Durante le feste di Natale e Capodanno partire per un viaggio significa, lo sanno tutti, aeroporti affollati, ritardi, hotel e villaggi pieni e, naturalmente, prezzi alle stelle.
Ma è anche vero che se le ferie non possono essere spostate in un altro periodo, si dovrà pur approfittarne. La domanda allora diventa: dove andare a Natale?
Mancano ancora più di due mesi ma intanto si può cominciare a sognare con alcune ipotesi di viaggio ai Tropici, scegliendo tra le possibili destinazioni dove il tempo è clemente e il flusso turistico è di solito meno intenso.

Il primo paese che viene in mente si chiama Belize. E' un piccolo territorio di foresta tropicale, in gran parte protetta, che si affaccia sul mar dei Caraibi tra Yucatan e Honduras; per certi versi ricorda un po' il Costa Rica ma è meno affollato.
E poi ha una barriera corallina che, per estensione e ricchezza, è seconda solo a quella australiana e templi Maya tanto suggestivi quanto semideserti.
Da Belize City, città piacevole e vivibile con meno di 60,000 abitanti, si raggiunge in poco più di un'ora il Community Baboon Sanctuary, un'area che preserva non già i babbuini ma la rara scimmia nera urlatrice. Si accede pagando un piccolo obolo alla comunità di residenti impegnati a proteggere l'habitat di queste scimmie e quello di formichieri, tapiri e di almeno 200 specie di uccelli che popolano la riserva.
Alla sera, si può tornare in città e dormire al Great House, una casa coloniale degli anni 30 trasformata in albergo: la vista dalle ampie balconate di legno dipinte di bianco dà sull'entrata del porto e sul faro di Fort George. Non ha lo stesso charme del Cotton House, che purtroppo ha chiuso qualche anno fa, ma è comunque un buon indirizzo.
Nel Belize meridionale, regione a prevalenza garifuna, i turisti sono piuttosto rari ed è ancora possibile osservare numerosi animali selvatici.
Nella laguna meridionale di Gales Point si incontrano tartarughe embricate e lamantini mentre a sud di Dangriga si arriva al Cockscomb Basin Wildlife Sanctuary, la prima riserva al mondo per numero di giaguari.
E' un'estesa e rigogliosa foresta tropicale, con sentieri ben segnalati: oltre ai giaguari, ospita altre specie di felini selvatici, tra cui puma, ocelot e jaguarundi, e una nutrita popolazione di uccelli variopinti, come l'ara rossa e il tucano.
Per restare a dormire all'interno della riserva (molte specie di felini sono notturni) ci sono alcune cabanas e un campeggio (si prenota presso la Belize Audubon Society). Niente lussi, chi cerca il confort lo troverà tornando verso la costa, a Placencia, località nota come "caye dove si va in macchina" ma che in realtà è una penisola.
Qui si trovano belle spiagge sabbiose e ottime opportunità per lo snorkeling e per questo la zona sta diventando sempre più frequentata.
Chi vuole provare un'esperienza di mare imbattibile dovrà invece imbarcarsi da Dangriga per uno dei cayes meridionali. Tobacco Caye, ad esempio, che è anche il più vicino: un magnifico e minuscolo isolotto, appoggiato sulla barriera corallina ai bordi della South Water Marine Reserve.
Oppure, con una traversata di circa 20 miglia, si arriva a Glover's Reef, considerato da molti l'atollo più bello del Belize: su una delle sei isole che lo compongono c'è una struttura alquanto rustica, il Glover's Atoll Resort, che accoglie gli ospiti in cabanas, dormitori o tende.
In entrambi i casi i fondali sono intatti e le immersioni, o il solo snorkeling, davvero memorabili.
Si conclude il viaggio nella parte occidentale, verso il confine con il Guatemala, con il più grande sito Maya del Belize: l'immensa città di Caracol, nascosta nella giungla del Chiquibul National Park, offre le sue rovine a pochi, stupiti visitatori.

Lo spunto per un altro tipo di vacanza, questa volta di lusso ma lontano dalla calca di resort senza charme e personalità, viene da un viaggio in treno.
Duemila chilometri attraverso l'esotismo della penisola malese, da Singapore a Bangkok: è unico, è l' Eastern & Oriental Express, il leggendario treno che ripercorre le tracce del passato coloniale di questa regione del sudest asiatico.
Il viaggio ha il sapore di élite d'altri tempi, quella dei Maugham, Hesse e Kypling, degli ufficiali britannici e delle principesse malesi; un'era che, per quanti danni abbia fatto, è pur sempre un pezzo di storia.
In realtà il treno non è così vetusto, essendo stato inaugurato nel 1993 ma ogni minimo dettaglio è stato ricreato con eleganza e perfezione: agli interni, foderati di pannelli di legno intarsiato e decorati con specchi e lacche cinesi, ha lavorato lo stesso team che aveva restaurato il mitico Venice Simplon-Orient Express, quello di Agatha Christie. Nelle cabine sete, velluti e moquette e tutto lo spazio necessario per godersi lo straordinario paesaggio che scorre fuori dal finestrino.
Mentre di giorno il casual è tollerato, per la cena i gentleman vengono garbatamente invitati ad indossare giacca e cravatta; e quando ci si siede al proprio tavolo è un trionfo di sapori, fragranze e atmosfere orientali.
Tanto che, dopo cena, sembra quasi naturale indossare una giacca da fumo e recarsi fuori, nell'open deck, per un sigaro o per sorseggiare un bicchiere di brandy mentre il treno sferraglia attraversando risaie, piantagioni di palme da olio e di alberi della gomma e fitta giungla tropicale.
Durante il pomeriggio l'afternoon tea viene servito direttamente in cabina, insieme a biscottini e profumatissimi curry puff. Ma gli incontri, le storie e i racconti che si scambiano tra i passeggeri (il treno ne può ospitare non più di 130) sono la parte forse più gustosa e non è raro che chi è da solo venga invitato a cena al tavolo di altri viaggiatori.
Ecco allora l'ipotesi per un Capodanno diverso: il Bangkok-Singapore parte il 30 dicembre e arriva il 2 gennaio.
Effettua diverse soste: sul fiume Kwai Yai, dove si scende per un'escursione in barca passando sotto il ponte reso famoso dal film; a Penang, con una sosta che permette di fare un giro nella città di Georgetown, e a Kuala Lumpur, dove però c'è giusto il tempo di sgranchirsi le gambe e risalire.
Naturalmente si può scegliere il percorso inverso, in questo caso si parte il 27 dicembre passando perciò il Capodanno a Singapore, dove sarà difficile resistere alla frenesia dello shopping.
Imperdibile l'occasione di fare un giro in entrambe queste città, abbinando al viaggio in treno un soggiorno al Raffles Hotel di Singapore, al Mandarin Oriental di Bangkok ed, eventualmente, al mitico Eastern & Oriental Hotel di George Town (Penang), tutti impeccabilmente gestiti dalla stessa catena proprietaria degli storici treni.

Non poteva infine mancare un'idea festaiola. E come non citare il Brasile e il Capodanno di Rio: un paio di milioni di persone scendono in spiaggia a Copacabana e a Ipanema e i fuochi d'artificio si sprecano a tonnellate.
Anche tra i bar e le spiagge di Salvador de Bahia il Capodanno è una vera, autentica festa brasiliana che vibra a suon di musica.
Di gente ce n'è tanta e se si vuole davvero skippare il Natale non sono questi i posti giusti. Allora per ritrovare tranquillità e un divertimento più slow basta andare a Fernando de Noronha, l'isola più grande dell'arcipelago al largo delle coste brasiliane, ad un'ora di aereo da Recife.
Il magnifico ambiente naturale, inserito dall'UNESCO nei patrimoni mondiali dell'umanità, è un paradiso per ogni tipo di attività all'aria aperta.
Il surf prima di tutto, nella scenografica spiaggia di Cacimba do Padre, con onde ideali proprio in questo periodo.
I meno esperti praticano invece il bodyboard rincorrendo l'onda con una tavola più piccola, sulla quale si sta sdraiati a pancia in giù. C'è poi la curiosa versione inventata proprio qui a Noronha, si chiama Planasub o Mergulhar de reboque, una specie di bodyboard su una tavola che viene trascinata, in parte sott'acqua e in parte fuori, da una barca a motore: divertimento e spettacolo sottomarino assicurati.
A terra l'isola presenta scenari magnifici per il trekking ma chi non ama camminare o arrampicarsi può fare un divertente buggy tour.
Alla sera non c'è la stessa animazione di Copacabana ma nei caffè all'aperto e nei tanti locali con musica dal vivo di Vila dos Remédios, il colore brasiliano non manca di certo.
[Ottobre 2009]

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