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Colombia


Narcos e bambini soldato, FARC e paramilitari, massacri e sparizioni. Queste le immagini associate alla Colombia, il cui clima di violenza ha tenuto lontani i turisti per decenni. Oggi non è più così, la Colombia è diventata un paese molto più stabile e sicuro e i visitatori sono tornati. Colombia’s back ha decretato la Lonely Planet, incontrastata bibbia dei viaggiatori.

La Colombia rinasce, è vero, i paramilitari hanno deposto le armi e i guerriglieri dialogano con lo stato. Le città lucidano i propri gioielli e si rifanno il trucco, e le strade si riempiono di gente che ha voglia di lasciarsi il passato alle spalle. Ma decenni di conflitti hanno lasciato il segno in un paese dalle abnormi ingiustizie sociali, con milioni di desplaçados fuggiti dalle campagne, per poi vagare tra baraccopoli e bidoni dell'immondizia.
I gruppi armati illegali vecchi e nuovi costituiscono però ancora una minaccia per la sicurezza del paese e la maggior parte delle strade sono sorvegliate dalle forze di polizie e dell'esercito. D'altra parte la Colombia è uno dei paesi che riceve più aiuti militari al mondo: armi, mezzi e assistenza provengono dagli Stati Uniti che, con il pretesto di combattere il narcotraffico, hanno potuto giustificare il più imponente intervento militare nordamericano nella regione andina, il Plan Colombia.

Arrivando nella capitale quasi non ti accorgi di quanto sia grande e popolosa. Otto milioni di abitanti, ma a 2.600 metri di quota e ad una latitudine prossima all'equatore Bogotà ha uno strano carattere, a metà tra una megalopoli sudamericana e una città di montagna.
Anche le altre principali città colombiane, Medellin, Cali, Bucaramanga si trovano sugli altopiani in mezzo alle cordigliere andine e sempre tra le Ande sono arroccati magici pueblos e città coloniali, come Popayàn e Villa de Leyva.

Se la maggior parte della popolazione colombiana vive tra le tierras altas della regione occidentale, è invece in gran parte selvaggio e scarsamente abitato l'Oriente, un territorio costituto da vastissime pianure che fanno parte del bacino dell'Orinoco a nord e del bacino amazzonico a sud. L'Amazzonia colombiana, complici i conflitti del passato, è sfuggita alla deforestazione su larga scala e quindi ospita ancora numerose comunità indigene, che vivono in perfetta simbiosi con un bendidio di specie animali e vegetali.

Ma il primato della natura non lo detiene soltanto la regione amazzonica. La fascia costiera sul Pacifico, stretta tra l'oceano e i contrafforti ricoperti di dense foreste della Cordillera Occidental, è una regione molto umida con scarsi insediamenti umani ma con un patrimonio in biodiversità.
La regione caraibica poi, è un microcosmo a sé: dietro alla splendida vetrina allestita con spiagge dorate, palme e città coloniali si nascondono l'anima selvaggia della Sierra Nevada de Santa Marta, la montagna costiera più alta del mondo, le pianure e le grandi valli del Cauca e del Magdalena, il deserto di La Guajira e un corollario di isole e isolotti che compongono gli arcipelaghi di Rosario e di San Bernardo. Pochi altri paesi al mondo possono vantare una così straordinaria varietà di paesaggi e di ambienti naturali.

A poca distanza da Bogotà, sulle rive del lago vulcanico di Guatavita, prende origine il mito dell'El Dorado. Ai conquistadores spagnoli, noti per la loro avidità, era giunta all'orecchio la leggenda di quella laguna in cui compiva le sue abluzioni un capo indio, ricoperto di manufatti e polvere d'oro, el indio dorado appunto. Poiché il rituale prevedeva che alla fine della cerimonia l'oro venisse gettato nelle acque della laguna, gli spagnoli ritenettero di aver trovato il luogo ideale per le loro razzie.
Cominciarono le spedizioni e tutto ciò che ne seguì. Ma di riserve del prezioso metallo in realtà ce n'erano ben poche perché gli indios non avevano tesori nascosti e l'oro, che usavano solo come ornamento, lo ricavavano dai traffici con le popolazioni vicine. A metà tra storia e mito, la ricerca dell'El Dorado è una tappa emblematica della colonizzazione spagnola, un periodo segnato dalla distruzione delle civiltà precolombiane e dall'appropriazione delle terre degli indios.

Pur tra le tante malefatte, i conquistadores hanno lasciato alla Colombia quelle splendide città che, tra una conquista e l'altra, seppero costruire. Una su tutte, Cartagena de Indias; anche nei momenti più bui, quando la Colombia era considerata off limits ai viaggi, Cartagena non ha mai smesso di attrarre turisti.
Ha un fascino quasi irresistibile Cartagena, che insieme a Santa Marta è la città coloniale più antica della Colombia. Nei suoi vicoli lastricati e tra le sue mura, che hanno resistito per secoli fino ad oggi, sono passati schiavi e mercenari, pirati e inquisitori, poeti e spadaccini.
Fuori dalla ciudad amurallada con i suoi edifici storici, chiese e monasteri fermi nel tempo, c'è invece un'altra Cartagena, che vive la la vita di tutti i giorni. La frescura di logge e chiostri e quella magia che solo Garcia Marquez, ha saputo esprimere, si perdono nel traffico cittadino e nei brutti grattacieli di Bocagrande che, a sud della città vecchia, fanno da sfondo alla baia.

continua a leggere: Perché andare - cosa puoi fare e cosa puoi vedere

     
     
     


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