Mare, coralli, foreste, parchi e i misteri dell'archeologia maya; e scusate se è poco. Questo lembo di terra, grande più o meno quanto la Toscana, incuneato tra Yucatan, Guatemala e Honduras, è un paese stupefacente.
Cominciamo dal mare, visto che la maggior parte dei turisti che va in Belize, spesso dopo aver fatto un tour in Guatemala, è attratto più dalla barriera corallina e dalle spiagge dei cayes, che dalle vallate delle Maya Mountains.
Davanti alle coste del Belize si estendono centinaia di isole e isolotti, che rappresentano il rifugio ideale per passare giornate di ozio al sole, da alternare ad emozionanti immersioni o a lunghe pinneggiate con maschera e boccaglio.
Sott'acqua si allunga, per quasi 300 km, la barriera corallina più estesa dell'emisfero occidentale, protetta dall'Unesco in virtù della sua biodiversità. Qui la natura ha dimostrato una fantasia senza limiti, che esplode nelle forme e nei colori di un giardino sottomarino abitato da razze, squali nutrice, tartarughe e da un'infinità di pesci, crostacei e coralli.
L'isola più grande e sviluppata è Ambergris Caye e il suo centro vitale è San Pedro, la cittadina sognata da Madonna quando alla fine degli anni ottanta cantava La Isla Bonita. E' il posto più affollato del Belize, forse l'unico: nella stagione secca, quando hotel, pensioni e resort di lusso si riempiono, la popolazione dell'isola raddoppia e il fragile ecosistema ne risente, nonostante gli sforzi compiuti per estendere le aree marine protette.
Anche Caye Caulkner, un tempo rustico e a buon mercato, sta diventando una meta sempre più popolare; in ogni caso è un posto più quieto rispetto ad Ambergris Caye, se non altro per l'assenza di auto e di strade asfaltate. "No shoes no problem" è lo slogan dell'isola.
Qualunque isola scegliate, di giorno avrete la possibilità di praticare qualsiasi sport o divertimento acquatico, di sera troverete un'atmosfera vivace e mai troppo chiassosa.
Da entrambe le isole partono escursioni per raggiungere i siti diving e di snorkeling più belli della zona: Hol Chan Marine Reserve e Cypress Tunnels sono una bella esperienza tra quelli più vicini, a pochi minuti di barca dalla costa di Ambergris Caye. Un po' più lontano ci sono piattaforme coralline che nascondono luoghi incontaminati, come l'atollo di Turneffe, dove ci si può anche fermare a dormire, oppure il Lighthouse reef, di cui fa parte il famosissimo Blue Hole.
E poi ci sono i cayes meno frequentati, quelli situati di fronte alle costa meridionale. Qui di gente ne viene davvero poca e l'impatto antropico sulla barriera corallina è ridotto al minimo.
Tobacco Caye, all'interno della South Water Caye Marine Reserve è il più grande e attrezzato; ma si parla comunque di un pugno di lodge e qualche pensioncina un po' spartana. Se poi volete isolarvi dal resto del mondo, date un'occhiata al Glover's Reef Atoll: non cercate il lusso, ristoranti o discoteche, in questo incantevole atollo ci sono solo palme da cocco, capanne di legno, qualche amaca sospesa sotto le tettoie e, naturalmente, fondali marini strepitosi.
Per raggiungere gli atolli meridionali si parte da Dangriga, cuore della cultura garifuna; i garinagu, o Black Carib, sono un gruppo etnico afro amerindo che costituisce il 7% della popolazione del Belize. La lingua, la musica (la punta) e la danza garifuna sono state catalogate capolavori del patrimonio orale e immateriale dell'umanità dall'Unesco.
Lungo la costa di belle spiagge se ne trovano, ma di meno che nei cayes: l'ecosistema del litorale è governato dalla mangrovia, che riveste di verde il dedalo di canali e le foci dei fiumi; queste acque sono abitate, tra gli altri, da curiosi mammiferi acquatici, i lamantini. Questi grossi e pacifici erbivori, che possono superare la tonnellata di peso, sono una specie a rischio di estinzione, che sopravvive in queste zone in virtù del basso impatto dell'attività umana.
All'estremità meridionale del paese, il distretto di Toledo, che ha come capoluogo Punta Gorda, è la zona più selvaggia e meno densamente popolata, fatta eccezione per alcuni villaggi tradizionali, cui si può far visita; alle spalle si estendono le Maya Monutains, che con il loro manto di giungla rigogliosa segnano il confine con il Guatemala.
La base di partenza più conveniente per esplorare la foresta è però San Ignacio che si trova nella parte centro occidentale del paese, alla confluenza del Macal River e del Mopan River. E' un punto nevralgico, molto frequentato e perciò pieno di alberghi, bar e ristoranti; è infatti da qui che partono le escursioni, in barca o a piedi, per visitare la foresta, le rovine maya di Caracol e Xunantunich e le grotte cerimoniali di Chechem Ha. Volendo, si può sconfinare in Guatemala e arrivare in giornata al famosissimo e grandioso sito di Tikal.
Un altro importante sito archeologico maya è Altun Ha, che si trova nel Belize settentrionale, 55 km a nord di Belize City. Quest'ultimo è il più facilmente accessibile, mentre per vedere l'antica città di Caracol bisogna mettere in conto almeno tre ore di viaggio da San Ignacio su strade di fango. Si è però ricompensati dalla bellezza incontaminata e dalla magia di questi luoghi, che a differenza di altri siti guatemaltechi o messicani, non subiscono il quotidiano assalto dei turisti.
Per chi ha interessi naturalistici, il Belize è un vero paradiso; questo piccolo paese è un concentrato di biodiversità e possiede innumerevoli parchi e aree protette.
Nei dintorni di Dangriga c'è il Cockscomb Basin Sanctuary, una riserva naturale che ospita una nutrita popolazione di giaguari e ocelot; lungo la rete di sentieri segnalati non avrete forse l'occasione d'incontrare questi elusivi felini, peraltro notturni, ma se vi muovete di buon mattino di sicuro avvisterete insoliti mammiferi, come i tapiri di Baird, i formichieri o gli armadilli. La foresta tropicale è l'habitat anche di scimmie urlatrici, di numerosi rettili, tra cui il velenosissimo fer-de-lance, e di moltissime specie di uccelli.
Gli appassionati di birdwatching non dovrebbero mancare il Crocked Tree Wildlife Sanctuary, che ospita durante tutto l'anno migliaia di uccelli stanziali e viene periodicamente invaso da molte specie migratorie, tra cui la grande cicogna jabiru.
L'area protetta più estesa del paese è Rio Bravo Conservation & Management Area (RBCMA), situata nel distretto settentrionale di Orange Walk, verso la frontiera messicana: oltre centomila ettari di foreste, caratterizzate dalla presenza di più della metà delle specie animali e vegetali del Belize. Una zona selvaggia, che conserva lo straordinario patrimonio di biodiversità del paese e che vanta la presenza di oltre 60 siti maya, alcuni ancora in fase di scavo.