Siete amanti delle spiagge isolate e selvagge, che per arrivarci bisogna percorrere qualche chilometro a piedi, o preferite stendervi sul lettino e avere tutti i servizi di una spiaggia attrezzata proprio davanti all'hotel? A Martinica trovate facilmente entrambe.
E anche sulle spiagge più frequentate e facilmente accessibili c'è spazio abbastanza per non calpestare l'asciugamano del vicino.
I principali centri balneari dell'isola sono situati nella regione meridionale. La zona turistica più edificata si sviluppa attorno al promontorio di Pointe du Bout ed è nota come Trois-Ilet; in realtà, il borgo tradizionale di Trois-Ilets è a due km, e merita una visita per le case creole in mattoni rossi e diversi monumenti storici e musei, tra cui il Musee de la Pagerie, dedicato a Giuseppina Bonaparte, illustre nativa.
Sull'altro versante della penisola c'è la zona di Diamant, che prende il nome dall'isolotto più fotografato della Martinica, il Rocher du Diamant. Il colpo d'occhio sulla baia blu cobalto, incorniciata da una lunga spiaggia di sabbia nera che si chiude ad ovest con l'imponente Morne Lacher, è certamente di grande fascino.
Il terzo polo turistico è Grande Anse d'Arlet, piena di ristoranti presi d'assalto da turisti e diportisti. A poca distanza si trovano due magnifiche spiagge gemelle, separate da una punta rocciosa: Anse Dufour, con la sabbia bianca e l'acqua trasparente, ideale per lo snorkeling, e Anse Noire, una delle più belle spiagge di sabbia nera della Martinica meridionale, ombreggiata dai palmizi e con splendidi fondali.
La sabbia vulcanica domina anche le spiagge del versante caraibico settentrionale. Oltrepassato il villaggio di Prêcheur, si arriva ad Anse Céron, molto scenografica quando il mare è mosso e le onde lunghe s'infrangono sulla spiaggia. Da qui la strada costiera si interrompe e uno spettacolare sentiero, che attraversa la foresta ai piedi del vulcano Pelée fino a Grande Rivière, conduce in una camminata di ventina di minuti ad Anse Coulevre, una delle spiagge nere più autentiche dell'isola, con una ricchissima vegetazione alle spalle.
La costa atlantica offre invece il meglio delle spiagge di sabbia bianca. Molte sono accessibili solo a piedi, dopo lunghe camminate, ma lo spettacolo è garantito e ripaga ampiamente della fatica; tuttavia in alcune zone le onde sono possenti e le nuotate al largo sono sconsigliate a causa delle correnti.
La spiaggia più a sud è Anse Trabaud, sul versante opposto di Sainte Anne; risalendo la costa, s'incontrano Cap Ferré, Cap Macré e infine Grand Macabou, lunga, selvaggia e spettacolare, immersa in un tratto di territorio protetto dall'ente forestale nazionale. E infine, le spiagge della penisola della Caravelle: le più belle sono Anse La Bréche e Anse Bonneville.
I sentieri e i percorsi che si snodano lungo il litorale offrono magnifici scorci e l'occasione di scoprire la flora caratteristica della fascia costiera. Il più famoso si chiama Trace des Caps: 28 chilometri complessivi, divisi in tre sezioni, che vanno da Petit Anse Macabou, sulla costa atlantica, ad Anse Caritan, sul versante caraibico. Si attraversano ambienti diversi e di grande interesse naturalistico, come il Domaine du Grand Macabou, le mangrovie e il sottobosco popolato di granchi tra Cap Macré e Anse Michel, le paludi saline dell'Etang des Salines, alle spalle della più famosa spiaggia martinicana, e la zona arida chiamata Savane des Pétrifications.
L'interno dell'isola offre occasioni altrettanto interessanti per escursioni ecoturistiche, che rappresentano una valida alternativa al turismo balneare. L'interno del parco naturale regionale, che occupa i due terzi della superficie dell'isola, è segnato da una quarantina di itinerari e di percorsi, di diversa lunghezza e grado di difficoltà e in perfetto stato di manutenzione; un circuito emozionante in un mare di verde, che si percorre tranquillamente da soli o al seguito di una guida.
D'altra parte, anche chi non è appassionato di trekking in montagna può avere un assaggio della ricchezza della foresta tropicale percorrendo in auto la Route de la Trace, la strada scavata nell'entroterra dell'isola nel seicento, che da Fort-de-France arriva alla vecchia capitale Saint Pierre, attraverso i Piton du Carbet.
Tappa turistica d'obbligo, il Jardin de Balata, splendido orto botanico che ospita una collezione di centinaia di fiori e alberi tropicali.
Oltrepassato il giardino, la strada sale serpeggiando attraverso la foresta, fino a 600 metri di quota; s'incontrano numerosi punti di sosta panoramici, da cui si dipartono i sentieri pedestri, prima di scendere a valle e arrivare, passando attraverso un mare di piantagioni di banane, a Saint Pierre.
L'antico capoluogo dell'isola, fondato nel seicento dai coloni francesi all'ombra del Mont Pelée e distrutto completamente durante l'eruzione del 1902, è un commovente museo all'aria aperta, che testimonia la tragedia in cui persero la vita decine di migliaia di persone e, insieme, l'antica grandeur di quella che un tempo era chiamata la Parigi delle Antille.
Dopo l'eruzione, la capitale fu spostata a Fort-de-France, città fortificata di grande importanza strategica per i francesi già nell'ottocento.
Una visita a Fort-de-France offre diversi scorci architettonici interessanti, un bel parco - La Savane - dove un tempo si acclimatavano le specie vegetali introdotte dai coloni, la storica biblioteca personale di Victor Schoelcher, acceso sostenitore dell'abolizione della schiavitù nelle Antille francesi, e un grande mercato coperto.
E poi negozi alla moda e botteghe tradizionali e una varietà impressionante di ristoranti eleganti, caffé e bistrot, che si affacciano sulle strade movimentate della più grande e ricca città delle Antille francesi.