Niente vie di mezzo quando si arriva in una città come Bangkok: o ti affascina o la detesti.
Qualcuno dice che questa megalopoli tentacolare senza più confini che, come Shanghai, cambia in pochi mesi tanto da disorientare i suoi stessi abitanti non è la vera Thailandia: sono i nostalgici della Venezia d'oriente, della vita sui canali e dei mercati galleggianti.
Per qualcun altro, invece, è una città frizzante, che incarna alla perfezione lo spirito del sudest asiatico. Ai luoghi tutto ordine e business fa da contraltare l'odore di cibo saltato nel wok che pervade i sois, i vicoli delle botteghe e dei venditori ambulanti, gremiti giorno e notte di turisti e della più variegata umanità.
Ma la bestia nera di Bangkok è il traffico, che la rende una delle città più caotiche e inquinate al mondo. Inaspettate oasi di quiete e pace si trovano nei parchi e nei curatissimi giardini tropicali e, soprattutto, nei templi buddisti: di tetti dorati, che scintillano alla luce del sole, se ne contano 400 solo a Bangkok e oltre un migliaio in tutto il paese.
Nella capitale i templi più visitati sono il Wat Pra Kaeo, considerato il gioiello cittadino, e il Wat Pho, il più antico, quello con la gigantesca statua del Buddha disteso.
Ad un paio d'ore da Bangkok le glorie del passato risplendono nelle ricchezze architettoniche d'influenza khmer di Ayutthaia, antica capitale del Siam. Più a nord s'incontrano le magnifiche rovine di Sukhothai, dichiarata patrimonio mondiale dall'UNESCO, perciò uno dei siti storici meglio conservati.
Abbandonando valli e pianure, si sale di quota sui rilievi montuosi del nord ovest, in origine coperti da foreste di teak, ormai purtroppo abbattute. Il centro e punto di partenza per organizzare escursioni e trekking in montagna è Chiang Mai, seconda città della Thailandia: più fresca e meno caotica di Bangkok, ma di certo molto frequentata, anche grazie al fatto che è comodamente raggiungibile in aereo.
Nella città vecchia si respira l'influenza della passata dominazione birmana: case di legno, pagode e templi, costruiti in una combinazione di stili e fogge, e un magico panorama di montagne sullo sfondo.
La città moderna si estende in tutte le direzioni con alberghi, ristoranti e soprattutto mercatini e negozietti di artigianato, che trovano l'apoteosi nel chilometrico bazar notturno di Sankampaeng road.
Ad ogni angolo agenzie locali offrono avvilenti visite alle popolazioni di montagna: decine di gruppi etnici diversi, la maggior parte di origine sino-tibetana, per lo più ridotti a vivere in villaggi artificiali ad uso e consumo dell'industria turistica. O peggio, chiusi in campi profughi, come nel caso delle donne kayan - volgarmente chiamate donne giraffa - famose in tutto il mondo non tanto per il loro triste status di esuli birmani quanto per essere una delle più umilianti attrazioni etniche, da consumarsi in un giretto di mezzora dopo aver pagato un biglietto d'ingresso di pochi bath.
Da nord a sud il paesaggio cambia drasticamente: la penisola meridionale è ricoperta di foresta pluviale e un bel parco da visitare è quello di Khao Sok, habitat di numerose specie animali e vegetali, come macachi, gibboni e il fiore più grande al mondo, la rafflesia.
Ma il caldo in Thailandia è difficile da sopportare e spinge a lasciare le afose pianure interne per le acque delle lagune e le spiagge da cartolina, il cui elenco è praticamente infinito.
Dalle più celebri e festaiole isole di Phuket e Samui, alla spettacolare Phi Phi Don l'effetto tropico è garantito; ma l'impatto ambientale causato dal turismo e dall'incontrollato sviluppo edilizio rischia a volte di offuscare l'esotico paradiso.
Tra le aree protette, e quindi relativamente ben conservate, ce ne sono alcune difficilmente accessibili, come Similan e Tarutao, considerate i paradisi emergenti e proprio per questo a maggior rischio, non avendo strutture adeguate ad accogliere i turisti.
Luoghi più adatti a una vacanza di mare sono Ko Phangan e Ko Tao, raggiungibili in barca da Ko Samui; in queste isole c'è una discreta presenza di strutture alberghiere e allo stesso tempo un ambiente dall'aspetto più naturale.
Merita un giro di qualche giorno anche l'arcipelago di Ko Chang, nel golfo di Thailandia, non lontano dal confine con la Cambogia, dove si trovano tanti angoli tranquilli e tutte le comodità che servono per una vacanza di tutto relax.