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St. Kitts & Nevis

Perché andare

Saint Kitts e Nevis si trovano all'estremità settentrionale delle piccole Antille, nel bel mezzo di quel gruppo di sei isole anglofone chiamate Leeward Island (Isole Sottovento); guardando ad est, sul versante atlantico, c'è la nazione di Antigua e Barbuda, a sud l'isola di Montserrat e a nord, oltre i possedimenti olandesi di St. Marteen, St. Eustatius e Saba, si scorge la bassa e arida Anguilla.

Tanto St. Kitts quanto Nevis sono isole vulcaniche, dominate da picchi montuosi ricoperti di foreste nella parte centrale e circondate da incantevoli spiagge sabbiose lungo le coste. St. Kitts, stretta e allungata, è grande quasi il doppio di Nevis; un canale di paio di miglia separa queste due isole, che insieme formano lo stato più piccolo delle Americhe.

Basseterre è la graziosa capitale di St. Kitts che, a dispetto del nome ricevuto quando era un insediamento francese, ha un'atmosfera tipicamente britannica.
Il centro si snoda attorno a The Circus, l'equivalente in miniatura della più famosa Piccadilly londinese: in mezzo alla piazza troneggia la vittoriana torre dell'orologio, di ferro dipinto di verde, che fa da rotonda e da spartitraffico per auto, taxi con musica reggae a tutto volume, pedoni, ciclisti, qualche cane e, occasionalmente, asini che portano merci o persone.
Attorno alla piazza e nelle vie circostanti, le chiese anglicane e gli edifici in pietra in stile georgiano si alternano a case di legno, dipinte di bianco o di colori pastello, con deliziosi balconi e verande gingerbread.
Con una breve passeggiata a piedi si raggiunge il porto, recentemente ristrutturato e sempre affollato di turisti; di fronte al molo, dove attraccano le navi da crociera, è un susseguirsi di negozi duty-free, bistrò e agenzie turistiche che organizzano escursioni.

La strada che da Basseterre si dirige verso nord corre lungo il mare e attraversa campi coltivati di canna da zucchero, ex piantagioni con annesse case e mulini ormai abbandonati e piccoli villaggi per poi arrivare a Old Road Town, la vecchia capitale dove sbarcarono i primi coloni inglesi.
Proseguendo si arriva al Brimston Hill Fort, una cittadella fortificata costruita dagli inglesi nel 1690, semidistrutta dalle cannonate dei francesi prima e dagli uragani dopo e infine restaurata negli anni 70.
Il complesso in pietra lavica scura, noto come la Gibilterra del Caribe, si estende su una superficie di 15 ettari; imponente e di grande suggestione, vale senz'altro una visita sia per la storia che racconta sia per il panorama, che spazia per un centinaio di chilometri fino alle isole di Nevis, Montserrat, Saba e Statia.

Continuando sulla strada costiera, doppiata la punta settentrionale dell'isola, il paesaggio cambia, la costa da dolce diventa frastagliata, ma di certo non meno spettacolare, con le onde dell'Atlantico che s'infrangono sulle rocce laviche del Mount Liamuiga. La salita che porta al cratere di questo vulcano, alto oltre 1.100 metri, attraversa un tratto di foresta pluviale umida e densa, in un ricco repertorio di piante e fiori tropicali e specie animali native e naturalizzate.
Invece, imboccando la strada che dalla capitale porta a sud, si arriva a Frigate Bay, la zona degli alberghi, dei condomini e delle lunghe spiagge di sabbia bianchissima che si estendono per chilometri su entrambi i versanti di quest'istmo di terra allungato verso Nevis.

La spiaggia più frequentata, South Frigate Beach, è conosciuta come "the strip": ideale di giorno per prendere il sole e per bagnarsi nelle acque calme del mar dei Carabi, si trasforma al tramonto nel principale ritrovo per chi ama musica, feste e disco beach. Il Monkey bar da un lato e l'Inon's all'altra estremità sono i punti caldi, con steel band live il venerdì sera. Poco più a sud, South Friars Bay ha un'atmosfera più adatta alle famiglie.
Sulle spiagge del versante atlantico, North Frigate Bay e North Friars Bay, le onde dell'oceano sono piuttosto insidiose, inadatte al nuoto ma ideali per il surf.

Oltrepassata la strip e suoi alberghi si arriva all'estremità meridionale, in una penisola attraversata da strade sterrate e sentieri percorribili solo a piedi. Sembra un'altra St. Kitts, solitaria e semi selvaggia; tranne nei giorni in cui le navette trasportano qui frotte di turisti sbarcati dalle navi da crociera, gli incontri più frequenti sono quelli con i cercopitechi verdi, le piccole scimmie africane introdotte dai coloni francesi.
Le spiagge più silenziose e appartate sono Sandy Bank, una spettacolare insenatura a semicerchio affacciata sul versante atlantico, e Banana Bay, bagnata dalle acque dello stretto; un gruppetto di rocce la separa da Cockleshell beach, piacevolmente animata dalla presenza del Reggae Beach Bar, dove ci si ferma a bere una Carib, l'ottima birra locale.
Il posto più frequentato della penisola è Turtle beach, primo insediamento turistico dell'area: una bella spiaggia, un reef facilmente accessibile e un magnifico panorama su Nevis. Peccato solo per quella magica atmosfera che si creava al Turtle Beach Bar & Grill; oggi il locale è diventato una villa con annesso ristorante di gran classe. Addio dunque ai panini allo strombo, ai tavolini di plastica e alle steel band locali.

Dall'altra parte dello stretto si respira un'aria diversa. Quando il traghetto sbarca a Charleston, la piccola capitale di Nevis, ci si rende subito conto che il vecchio convive perfettamente con il nuovo. La graziosa cittadina conserva ancora gli edifici originali del XVIII e XIX secolo, chiamati skirt-and-blouse, con il pianterreno in pietra, adibito a negozio, e il primo piano di legno, dove abitava il bottegaio.
Dal centro si arriva a piedi al Bath House, le prime terme dei Carabi, costruite alla fine del '700 e frequentate negli anni successivi dal fior fiore dell'aristocrazia britannica; subito oltre c'è il Nelson Museum, una piccola ma ben allestita collezione di oggetti del più famoso ammiraglio della British Navy e del suo nemico di sempre, Napoleone.

Ma il meglio di Nevis si trova nei distretti meridionali di Gingerland e Fig Tree dove, ai piedi del Nevis Peak, si estendevano le proprietà terriere di epoca coloniale; oggi la zona è disseminata di antichi zuccherifici e mulini abbandonati e di numerose case padronali, immerse nelle ex piantagioni di canna da zucchero, spesso restaurate e convertite in raffinati resort.
Il paesaggio è impareggiabile: verdi colline fiorite e, sullo sfondo, il mar dei Caraibi e le pendici ricoperte di foresta del vulcano e del suo cono, perennemente avvolto dalle nuvole. I sentieri che partono, ad esempio, dalla Golden Rock Plantation Inn e arrivano fin su alla cima del Nevis Peak regalano un'esperienza unica e indimenticabile. Jim Johnson, un ex Peace Corps americano naturalizzato a Nevis dal 1986, è una delle migliori guide locali a cui affidarsi per un itinerario tra orchidee selvatiche, felci, maestosi baniani e tante specie diverse di uccelli e farfalle native, oltre alle immancabili scimmie dalla coda lunga.
Per chi trovasse quest'avventura troppo faticosa esiste un'interessante e piacevolissima alternativa: i giardini botanici di Nevis, che coprono un'area di 3 ettari, poco lontano dalla Montpelier Plantation Inn. La visita si snoda attraverso diversi percorsi, tra specie tropicali rare, piante da fiore e da frutto provenienti da tutto il mondo e una splendida grande serra che riproduce l'ambiente della foresta pluviale.

Infine le spiagge. Le più famose sono Nisbet beach e Pinney's, entrambe lunghe, bianche e bordate di alte palme da cocco. La prima è in parte occupata dalle strutture della Nisbet Plantation Inn, sulla seconda incombe l'ingombrante presenza dell'unico megaresort di Nevis, un Four Season da 200 posti letto.
Le poche spiagge della costa nord sono magnifiche e solitarie: la più suggestiva è Lover's beach, una lunga distesa di sabbia fine come il borotalco, semideserta e priva di qualsiasi struttura turistica. Il mare è a volte un po' mosso e non è il posto ideale per il nuoto o lo snorkeling ma la bellezza del posto, con St. Kitts all'orizzonte, vale sicuramente una sosta.

Nevis è specializzata nell'organizzazione di romantici matrimoni e lune di miele: chi volesse seguire le orme di Lord Nelson e Fanny Nisbet potrà facilmente realizzare il suo sogno celebrando la cerimonia in una chiesetta storica e continuando i festeggiamenti nelle più belle dimore coloniali dell'isola. Sul sito dell' ufficio del turismo trovate le indicazioni sulle poche e semplici pratiche burocratiche da svolgere.

continua a leggere: Quando andare - il periodo migliore per il tuo viaggio

     
     
     


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