
Storie dai Tropici
La prima spiaggia di plastica è alle Hawaii
(Big Island, Hawaii- 24/4/2010)
Per ora è solo una candidatura, ma intanto spetta a Kamilo Beach, sulla punta meridionale di Big Island, alle Hawaii, il triste primato di spiaggia più sporca del mondo.
Quella che un tempo era una bellissima spiaggia di sabbia bianca, dove i nativi venivano a cercare i legni duri e ancora verdi per costruire le loro canoe, è diventata un accumulo d'immondizia.
'Plastic Beach', la chiama qualcuno; ed è il nome che più le si addice perché è fatta proprio di plastica, di tonnellate e tonnellate di plastica.
Lo spettacolo che si vede in superficie è deprimente: si trova di tutto, dai copertoni alle ciabatte spaiate, dai manici di ombrello ai pezzi di tubi. Ma la cosa forse peggiore è quello che c'è sotto: la plastica che un tempo aveva la forma di spazzolini da denti, penne, accendini, bottiglie, tappi e buste non si degrada ma si frantuma in pezzi sempre più piccoli, trasformandosi in minuti granelli rosa, blu, verde, arancio.
Si è formato un nuovo tipo di sabbia, come quella che ti entra nelle scarpe quando cammini, solo che è una sabbia di plastica.
Il problema è tutt'altro che estetico. Se i pezzi di plastica di grandi dimensioni possono intrappolare, soffocare o far annegare la fauna selvatica, le schegge più piccole uccidono attraverso una via subdola ma efficace: gli animali e gli uccelli marini che se ne nutrono inconsapevolmente, muoiono con le budella lacerate o intasate dagli ammassi di plastica, o finiscono avvelenati da stirene, ftalati e altre sostante tossiche rilasciate dal materiale plastico.
Ma perché un luogo così suggestivo è diventato uno dei più inquinati? I residenti o i turisti questa volta c'entrano poco e contribuiscono solo in minima parte ad alimentare questa pattumiera.
Squadre di volontari hanno più volte tentato di pulire Kamilo Beach dai detriti. Ma più raccoglievano e più la plastica si accumulava.
La spiaggia è costantemente esposta agli alisei e alle correnti provenienti dal mare aperto. Il problema è che la plastica proviene da tutto il Pacifico e, in particolare, da quel continente di spazzatura galleggiante noto come The Great Pacific Garbage Patch, la più grande discarica del Pacifico, che naviga tra la California e il Giappone.
È già abbastanza avvilente che in pieno oceano si sia formato un accumulo di plastica di dimensioni continentali; ma chi pensa che il fenomeno non lo riguardi, solo perché è lontano dalle coste, dovrebbe rendersi conto che tanta sporcizia non può rimanere a lungo in mare aperto.
Quello si vede oggi a Kamilo Beach è un esempio di ciò che potrà accadere in futuro su altre coste delle Hawaii e sulle spiagge di molte isole del Pacifico.
E da quando si è scoperta una nuova gigantesca chiazza anche nell'Atlantico, molti altri lidi potrebbero subire lo stesso destino. Intanto a Kamilo Beach il futuro è già presente.
Per altri dettagli:
BBC news
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