(Papeete, Polinesia Francese - 18/01/2021)
Da circa un anno la pandemia da COVID-19 fa sentire i suoi effetti in tutto il mondo, ma ci sono alcuni territori che ne sono ancora esenti o quasi. Favoriti sopratutto dalla loro posizione geografica molti arcipelaghi dell’Oceano Pacifico risultano ad oggi Covid-free.
L’isolamento in mezzo all\’oceano e le lunghe distanze che li separano tra loro, sono stati fattori decisivi per impedire al virus di circolare liberamente ma non bisogna dimenticare che gran parte di queste isole, tra le quali Cook, Samoa, Tonga, Tuvalu, Vanuatu dall’inizio della pandemia, nel marzo 2020, hanno immediatamente chiuso le loro frontiere a tutti tranne che ai residenti permanenti. Altri, come Nuova Caledonia e Fiji, invece impongono, oltre al tampone negativo all’arrivo, una quarantena obbligatoria di 14 giorni.
Foto di Michelle Maria da Pixabay
L’unico caso che si distingue dalla media è la
Polinesia Francese che, nonostante le misure severe per l’ingresso, ha fatto registrare quasi 18.000 casi e circa 130 morti su una popolazione di 280.000 abitanti. In questo caso le frontiere non sono state chiuse ma è obbligatorio un tampone negativo all’arrivo ed un secondo tampone che deve essere effettuato dopo 4 giorni dall’arrivo.
Altri decessi per
COVID sono segnalati solo alle
isole Fiji dove su una popolazione di quasi 900000 abitanti i contagi si sono limitati a 55 persone con 2 sole vittime.
Si contano sulle dita di una mano i casi in
Nuova Caledonia, Salomon, Samoa, Vanuatu e Wallis e Futuna mentre
Cook, Tonga, Tuvalu, Kiribati, Nauru, Palau sembrano, almeno per ora non raggiunti dal
Coronavirus.
Se escludiamo la
Polinesia Francese, in tutto l’
Oceano Pacifico le persone contagiate sono poco più di un centinaio, cioè molto molto meno di 0,5 contagiati ogni 10000 abitanti.
Una prova in più a dimostrare quanto il distanziamento sociale sia importante per sconfiggere questa pandemia.