Il Senegal è ancora profondamente afflitto da un dissesto economico che rende difficile progettare qualsiasi futuro; ma dalle nuove generazioni viene una forte spinta ad ideare percorsi di autoaffermazione che potrebbero permettere a questo paese di svincolarsi dalla logica dell'assistenzialismo occidentale.
La vita culturale di Dakar, con un pullulare di eventi di arte, danza e musica, è uno degli esempi di un paese in fermento, tra modernità e tradizione, che sta tentando di far sentire la sua voce.
Se non vi sentite troppo infastiditi da chi tenterà di vendervi di tutto, è bello passeggiare nel cuore storico della città, tra il Plateau e la Medina, dove ci sono i quartieri più vivaci, con botteghe e mercati, café all'aperto e piccoli ristoranti che propongono una cucina squisita.
Poche miglia al largo di Dakar, l'isola di Gorée rappresenta per tutti il luogo della memoria; è qui che venivano ammassati gli schiavi africani in partenza per le piantagioni nelle americhe.
Da quando è diventata patrimonio mondiale dell'UNESCO, Gorée è inserita nei pacchetti dei tour operator e nelle ore centrali della giornata è invasa da una massa di turisti frettolosi, che terminano il loro giro alla Maison des Esclaves.
Invece Gorée meriterebbe una visita più approfondita: la sua ricchezza non comune si ritrova negli edifici coloniali di epoche diverse, nei musei, nelle espressioni di arte e musica di strada e nelle abitudini di vita dei suoi 1700 residenti.
Altro sito UNESCO è Saint Louis, sulla costa nord del paese, dove sono evidenti le tracce, nemmeno troppo lontane, del colonialismo francese. La sua posizione strategica, alla foce del fiume Senegal, fece di Saint Louis la capitale dell'Africa occidentale francese.
Oggi è considerata una tra le più belle città del Senegal, grazie alla sua atmosfera coloniale e ad una vita animata da eventi di grande attrazione, come il festival internazionale del jazz.
A poca distanza da Saint Louis, risalendo il delta del fiume Senegal, ci si imbatte nel parco nazionale del Djoudj, una riserva ornitologica terza al mondo per numero di colonie di uccelli marini e specie migratorie, che stazionano qui tra ottobre e aprile.
Il fiume è navigabile fino a Podor ma solo pochi turisti si addentrano in questa regione e quello che potrebbe essere un centro storico di grande interesse rimane purtroppo completamente isolato.
Nel sud del Senegal la regione del Casamance, che il Gambia separa dal resto del paese, è molto popolare tra i turisti.
Qui l'arido Sahel lascia il posto alla savana e alla sua tipica fauna; leoni, gazzelle e babbuini si concentrano davanti agli occhi dei pochi turisti che visitano il parco di Niokolo Koba che, forse per la scarsità di attrezzature o per un marketing poco aggressivo, è molto meno conosciuto dei ben più famosi parchi tanzaniani e kenioti.
Anche in Casamance, come nel resto del Senegal, il turismo viene tutto convogliato lungo le coste; qui il tempio vacanziero è Cap Skiring con le sue spiagge bordate da cocchi mentre più a nord, la Pétite Cote è la stazione balneare che offre hotel di categoria internazionale e ogni genere di attività.
Un po' di relax in riva al mare è quello che ci vuole, meglio ancora se si riesce ad abbinarlo anche ad altre esperienze, che possano far conoscere almeno in parte questo paese e la sua proverbiale teranga.