Il monte Scenary, 877 metri sul livello del mare, domina l’isola circondato da altre cime e crinali più bassi. Per raggiungerne la vetta c’è da fare un tratto finale di 1600 scalini scavati nella roccia; un vero impegno muscolare, ripagato però da un panorama mozzafiato, che spazia fino alle isole vicine di St Eustatius e St Maarten, olandesi come Saba.
Ma, a differenza di St Maarteen, sorella maggiore e blasonata meta vacanziera, Saba e St Estatius sono totalmente ignorate dai grandi tour operator e dal turismo di massa. Sono isole da intenditori.
I pochi turisti che vanno a Saba, circa 25.000 l’anno, lo fanno per due motivi. Il primo è il
Saba Marine Park
che protegge una grande varietà di specie, tra cui squali e tartarughe ma anche grandi cernie e razze oltre certamente a spugne e coralli duri e molli. E per conservare intatto questo patrimonio, non sono consentite immersioni libere al di fuori dei punti segnalati.
Il secondo motivo è la parte emersa dell’isola, con le sue diverse zone climatiche, che corrispondono ad altrettante fasce di vegetazione: si comincia con i prati erbosi e si finisce poi, intorno alla cima, con tratti di foresta pluviale e foresta nebbiosa.
Queste zone non sono ancora ufficialmente parco nazionale ma lo saranno a breve: Saba Conservation Foundation, organizzazione non profit a cui è affidata la gestione del parco marino, ne ha già individuato aree e confini. Nel futuro parco si possono avvistare alcune tra le 60 specie di uccelli, un discreto numero di mammiferi, rare orchidee selvatiche e begonie giganti.
Saba è una destinazione ideale per subacquei, appassionati di birdwatching e di trekking o, semplicemente, ecoturisti e amanti delle passeggiate che troveranno sull’isola guide locali competenti e professionali.