Ci sono diversi modi di vivere Cuba. Il più comune è sinonimo di sole, spiaggia e villaggio.
Con un charter si atterra direttamente a Varadero, la località turistica più grande dei Carabi: 15mila posti letto a pochi passi da una lunga spiaggia bianca, affacciata sul blu cobalto dello stretto della Florida.
Altre volte si passa per la capitale, ma il tempo è poco anche per un breve giro, così via di corsa su un altro aereo oppure a bordo di un pullman con l'aria condizionata; si fa presto a raggiungere il resort, c'è l'autopista, ed è l'unica in perfette condizioni in tutta Cuba.
E poi ci sono gli altri modi per vedere Cuba, quelli del turismo itinerante.
In gruppo, nei circuiti intermediati da tour operator stranieri e locali, o meglio ancora da soli, in coppia o con gli amici, organizzandosi per conto proprio.
Certo per attraversare tutta l'Isla Grande, da Pinar del Rio a Baracoa, ci sono più di mille chilometri da fare. Oltre all'autostrada, l'arteria principale è una via di comunicazione a doppia corsia costruita negli anni 30, la Carretera Central; e verso oriente le strade peggiorano, in alcuni punti, ai piedi della Sierra, ci passa appena una macchina.
Ma vedere un'altra Cuba non è un'impresa per pochi temerari, basta solo avere tempo; si viaggia bene con un'auto a noleggio oppure con gli autobus della società di trasporti
Viazul, quella che usano i turisti e i cubani che possono pagare in valuta.
Solo per i locali è duro spostarsi da una provincia all'altra, così tutti fanno l'autostop mentre aspettano per ore che passi qualche automezzo; i più fortunati salgono di diritto a bordo dei veicoli statali a "targa azzurra", che hanno l'obbligo di fermarsi per dare un passaggio nel punto de transporte alternativo, emblematico stratagemma per far fronte alla carenza di mezzi e di petrolio.
Ovunque, davanti alle fermate degli autobus, si trovano persone pronte ad accompagnare i turisti con un automobile, di solito lucida e ben tenuta fuori e malconcia dentro. E' illegale, così come gli alloggi non registrati come casa particular, ma nessuno ci fa caso, è un eterno arrangiarsi o, per dirla alla cubana, buscar e resolver.
Andare a Cuba vuol dire confrontarsi con il quadro umano di un'isola vitale e piena di contrasti.
E' impensabile conoscere a fondo una realtà così complessa nel breve intervallo di una vacanza; tanto meno, sarebbe corretto esprimere giudizi, soprattutto se si guarda l'isola solo attraverso la lente della cronaca politica.
Allora come vivere Cuba da forestieri? Forse prendendo una delle tante strade possibili che passano attraverso la storia e la natura, l'arte e la musica, la cultura e la spiritualità e, perché no, attraverso la chiave dell'illusione e dell'idealismo.
Ci perdi la testa a Cuba, anche se non sei un pazzo sentimentale.
La domanda ricorrente negli ultimi tempi è cosa sta cambiando e cosa cambierà, come si vive oggi e quale sarà il futuro del paese e della sua gente.
Pare che una delle preoccupazioni sia quella di andare a vedere Cuba prima che venga tolto (e sarebbe ora) il bloqueo, come se dopo tutto fosse diverso e l'isola perdesse improvvisamente di fascino.
Inutile quanto prosaica discussione: come spesso è accaduto in passato, i segnali che arrivano sono contraddittori e finora, tutte le previsioni si sono rivelate sbagliate.
Cuba vive e sopravvive, con testarda resistenza e buona pace dei suoi detrattori. Il post-castrismo è in realtà iniziato già da molti anni e con lo stesso Fidel: riforme agricole che hanno concesso parte delle terre coltivabili ai privati, joint venture con aziende occidentali un tempo considerate nemiche e sempre più turismo.
Il governo ha compiuto passi importanti per sviluppare il sistema turistico cubano e orientarlo alla qualità, riabilitando il territorio e salvaguardando patrimonio e identità nazionale. La logica è mantenere il controllo e garantire un processo economicamente sostenibile.
Lo spiega il ministro del turismo Manuel Marrero in una recente intervista: le strutture nuove saranno costruite ad intero capitale cubano, lasciando però la gestione in partnership a capaci catene straniere mentre, in parallelo, proseguono gli investimenti a capitale misto e quelli per la cosiddetta hotelerie ordinaria, cioè a intero capitale cubano.
All'interno di quest'ultima categoria rientrano i nuovi cinque stelle che apriranno nel 2010 a Holguin, Guardalavaca, Cayo Coco e nella parte storica di Varadero.
Quanto all'Avana, ebbene merita un discorso a parte.
Un mese fa L'Avana ha festeggiato il suo compleanno: sono passati 490 anni da quando fu fondata da Diego Velasquez il 16 novembre del 1519. Ed è sempre bella.
La città coloniale, La Habana Vieja, protetta dall'UNESCO dal 1982, è rimasta
intatta, come un set vivente di un film o un libro di storia abitato perché, di fatto, è un quartiere popolare e popoloso che conta più di 66mila abitanti, senza contare i turisti, schiamazzanti almeno quanto i residenti.
Vicoli lastricati, ampie piazze e un numero indefinito di edifici e strutture d'interesse storico, in parte accuratamente restaurati, occupano un'area che affaccia sul porto e che si estende dal Prado (Paseo de Martì) alla stazione ferroviaria.
Nella sua struttura si riconoscono tre spazi concatenati ma separati per funzione: quella religiosa, che ha il suo centro in Plaza de la Catedral, più conosciuta come Catedral de San Cristòbal, quella commerciale, attorno a Plaza Vieja e quella politico amministrativa, il cui fulcro è Plaza de Armas.
Inutile negarlo, i castristi hanno salvato Habana Vieja da Batista, che la sognava tutta hotel, nightclub e tavoli verdi e aveva perciò già cominciato ad abbattere qualche edificio.
Oggi invece è il centro coloniale meglio conservato di tutta l'America latina.
Non che sia tutto perfetto. Le facciate scrostate e decrepite, i muri sbrecciati e gli edifici completamente crollati che si trasformano in cumuli di macerie sono ancora tanti.
Ma i lavori procedono e si continuano a recuperare palazzi storici per convertirli in locali pubblici, centri culturali, musei, alberghi, case per anziani, laboratori artigianali, atelier di artisti; altri sono destinati a diventare abitazioni dignitose per le famiglie del quartiere che ancora vivono ammassate in un'unica stanza, spesso ulteriormente suddivisa con un soppalco.
A sovrintendere i lavori di restauro c'è Eusebio Leal Spengler che, oltre a poter vantare il bellissimo titolo di Historiador de La Habana, gode di pieni poteri all'interno del governo. E' un uomo di mondo, aperto alle economie di mercato e, al tempo stesso, molto vicino a Fidel.
L'Historiador amministra le attività turistiche nell'Avana vecchia attraverso la società Habaguanex che ha in mano la gestione di una ventina di hotel eleganti e hostal di charme, trenta ristoranti, sessanta caffetterie e bar e più di ottanta esercizi commerciali.
I proventi ricavati da tutte le attività legate al turismo ritornano nelle casse dell'Historiador e vengono reinvestiti in altre opere di restauro oppure vanno a finanziare scuole, centri anziani e altri progetti sociali.
Grazie a questo circuito virtuoso sono stati restaurati magnifici alberghi dell'Avana Vecchia che finalmente tornano al loro antico splendore.
A fianco, nascono gli Hotel a marchio Encanto, che si stanno via via ricavando da vecchie dimore ed edifici storici di grande valore architettonico e culturale a Cienfuegos, Santiago, Camaguey, Sancti Spiritus e Villa Clara.
Un lavoro accurato di integrazione del vecchio con il nuovo, nel rispetto del disegno originale dei palazzi e delle facciate e, al tempo stesso, con tutte le comodità necessarie a sistemazioni alberghiere di qualità, che vanno a sostenere il turismo itinerante.
Insomma si apre un ventaglio di possibilità che arricchisce chi è intellettualmente curioso, chi viaggia con la voglia di scoprire e di imparare, chi si emoziona a vedere con i propri occhi quello che aveva immaginato tra le pagine di un libro.
Ecco qualche esempio.
All'Hotel Ambos Mundos abitava Hemingway prima di comprare Finca Vigia; quattro passi in calle Obispo lo separavano dal bancone della Floridita e dai suoi doppi daiquiri. A disposizione degli ospiti una cinquantina di confortevoli camere e qualche suite e uno spettacolare roof garden per cenare, o solo per un drink, con una meravigliosa vista dell'Avana. La camera 511, quella dove Hemingway scrisse alcuni capitoli di "Per chi suona la campana", si visita ma non si occupa. Doppie da 77€ .
Le stanze dell'Hotel Santa Isabel hanno arredi d'epoca e ampie terrazze affacciate su Plaza de Armas, proprio nel cuore dell'Avana Vecchia. Un cinque stelle di grande eleganza, convertito in albergo alla fine del diciannovesimo secolo e recentemente restaurato. Doppie da 77€.
Ha aperto l'anno scorso ed è davvero un gioiello l'Hotel Marques de Prado Armeno; solo 13 camere e 3 suite in un palazzo del '700 con archi e affreschi originali e un magnifico patio interno. Si trova in calle O'Relly, a poche decine di metri dalla centralissima Obispo e condivide alcuni servizi con il Florida. Doppie da 77€ .
E' stato uno dei primi palazzi storici dell'Avana vecchia ad essere convertito: l'Hostal Valencia è meno sontuoso ma non si può dire che manchi di atmosfera. Curato nei dettagli e gestito da personale amichevole e disponibile, ha 12 confortevoli camere, un piccolo ristorante e un bar. Posizione centralissima, a 200 metri da Plaza de Armas. Doppie da 44€.
Dopo quattro o cinque giorni all'Avana, un breve viaggio a Cuba potrebbe comprendere un paio di giorni a Trinidad, un paio a Santiago, e almeno 3-4 giorni nella regione di Baracoa; l'oriente cubano è poco visitato ma di grande interesse storico e naturalistico.
L'Hotel El Castello è il top di Baracoa, sia per qualità che per posizione, con una vista che spazia dalla baia alle verdi pendici di El Yunque. E' stato ricavato da un forte costruito dagli spagnoli nel periodo coloniale; rimangono ancora parti della mura originali e un'antica torretta. Dispone di 34 camere e di un buon ristorante. Doppie da 56€.
A Santiago i migliori hotel storici sono l'Hotel Gran Caribe Casagranda, elegante, suggestivo e molto popolare, e il più piccolo ed economico ma ugualmente affascinante Hotel Encanto San Basilio.
Se si vuole pernottare nel centro storico di Trinidad, il Grand Trinidad Hotel aperto nel 2006 è la scelta di lusso, un 5 stelle che per stile e qualità non ha nulla da invidiare ai migliori alberghi coloniali dell'Avana. Altrimenti c'è il più modesto Hotel La Ronda, ricavato in un palazzo del XIX secolo nel Parque Céspedes.
Altri dettagli su questi alberghi sono disponibili su
Habaguanex dove è anche possibile effettuare le prenotazioni.
Per i voli, si trovano buone offerte su
TUI e
Opodo
Leggi anche le schede di Paesi Tropicali:
Cuba
[Dicembre 2009]
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