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Sognando l'Australia

Destinazione: Australia. Negli anni cinquanta a fare il grande salto era il nonno; spinto dalla speranza di una vita migliore, s'imbarcava su un piroscafo e partiva in cerca di fortuna all'altro capo del mondo. Oggi è il nipote a fare la valigia. Ma le aspirazioni sembrano le stesse, come se l'Italia fosse ancora quella uscita dal dopoguerra e non una delle otto potenze mondiali. L'Australia è sempre il sogno, la meta più ambita, terra di grandi opportunità, recita uno slogan.

Gli italiani che lasciano il paese sono ogni anno di più, tanto da far parlare di un nuovo capitolo nella storia dell'emigrazione, un esodo, una fuga. Cifre precise non ce ne sono, ma certo è che negli ultimi anni decine di migliaia di nuovi emigranti italiani sono sbarcati nella terra dei canguri.
E' gente che parte non con la valigia di cartone ma con una laurea in tasca o comunque con una buona professionalità già acquisita. Ai laureati e ai “masterizzati”, che sono la maggior parte, si uniscono bravi pizzaioli, pasticceri e piastrellisti; secondo l'ultimo identikit, persino famiglie con bambini piccoli. Tutti spinti dalla crisi, dallo scarso dinamismo del mercato del lavoro, dalla mancanza di ricambio generazionale e dagli altri problemi strutturali che affliggono l'Italia.

A fare da calamita ci sono diversi fattori: l'Australia ha un'economia solida e forte e qui agli antipodi, nonostante la crisi, non se la passano tanto male. La disoccupazione è inferiore al 5%, gli stipendi sono il triplo di quelli italiani e la vita costa meno. Poi c'è il miraggio della natura incontaminata, gli orizzonti senza fine, le spiagge, il surf e via sognando.
Il risultato è che le richieste di visto, fanno sapere dagli uffici dell'immigrazione australiani, sono aumentate del 80% per i permessi di lavoro da 1 a 4 anni e del 100% per il visto vacanza lavoro, il tanto chiacchierato Working Holiday Visa. Qualcuno lo vede come un trampolino di lancio, ma ha frainteso.

Il visto vacanza lavoro è stato pensato nella logica del gap year per consentire ai giovani usciti dalla scuola di fare un'esperienza all'estero e conoscere una realtà diversa, magari studiando o lavorando per pagarsi il soggiorno. Non a caso è riservato a chi ha meno di 31 anni ed è valido un anno.
Che genere di lavoro si finisce per fare? Un po' di tutto; è più facile però trovare impiego in fattoria a raccogliere frutta e piantare ortaggi, occupazioni che da noi sono considerate di serie C ma che in Australia invece vengono ben retribuite e consentono di vivere con un certo agio. Trascorsi i 12 mesi di validità del visto si può chiederne il rinnovo per un altro anno, ma per farlo bisogna poter dimostrare di aver lavorato per almeno tre mesi. Il rinnovo comunque non è affatto scontato.
D'altra parte con il Working Holiday Visa non si può lavorare per più di sei mesi consecutivi per lo stesso datore di lavoro e questo impedisce di trovare impieghi, diciamo così, di un certo livello. Ecco perché il visto vacanza lavoro non sempre è il viatico giusto per un trasferimento definitivo ma un'ottima soluzione per andare a vedere più da vicino il sogno australiano, prendere le misure e capire un po' di più di questa terra e di quanto ha di concreto da offrire.

Oltre all'età compresa tra 18 e i 30 anni, per ottenere un visto working holiday ci vogliono un passaporto valido, un biglietto di ritorno e fondi sufficienti a coprire le prime spese di soggiorno. Quanto bisogna dimostrare di avere sul conto? Il dipartimento dell'immigrazione suggerisce 5.000 AUD (circa 4.300 euro).
Non c'è limite al numero di visti d'ingresso rilasciati dal dipartimento di immigrazione australiano relativamente al Working Holiday Visa. Ciò non vuol dire però che le domande vadano tutte a buon fine. In caso di mancato rilascio si riceve una spiegazione ma il costo del visto (280 dollari) non verrà rimborsato.

Chi invece vuole trasferirsi che deve fare? La procedura per ottenere una residenza permanente è piuttosto complessa e le maglie sono strette, soprattutto per chi non è più giovanissimo. Tra i requisiti essenziali: età inferiore a 50 anni e un background professionale riconosciuto in Australia, intendendo non soltanto un titolo di studio quanto la capacità di saper svolgere la propria occupazione.
In Down Under hanno sete di lavoratori ma non di lavoratori qualsiasi. Gli aussie cercano gente di valore e altamente qualificata, in grado di occupare specifiche posizioni professionali di cui la nazione ha grande carenza, come nel settore minerario, dell'edilizia, dell'elettronica, della salute e così via. Sapere quali sono i lavori più richiesti è facile, basta consultare le liste nazionali e le sottoliste statali pubblicate sul sito dell'immigrazione; farsi riconoscere le proprie qualifiche è invece un percorso più lungo e difficile. In ambito sanitario, per esempio, è più semplice ottenere un posto da infermiere che da medico.

Ovviamente gli applicanti non devono avere condanne penali e godere di buona salute, visto che tra i tanti ostacoli da superare c'è anche una visita medica. Infine, ma non perché sia meno importante, la lingua. Capitolo dolente per noi italiani, che a volte pensiamo di partire con l'inglese zoppicante imparato a scuola. Non basta. Se il Working Holiday Visa può essere una buona occasione per migliorare la lingua, chi vuole ottenere un permesso di lavoro, sia pure temporaneo, deve dimostrare a priori una conoscenza molto buona dell'inglese. Per capirci, punteggio 6 minimo al test IELTS (International English Language Testing System).

Le leggi australiane sui permessi di lavoro sono in continua evoluzione. Dal 1° luglio del 2012, ad esempio, aprire un business è diventato più difficile: oggi è richiesto infatti un investimento minimo di 800mila dollari. Insomma se l'idea è quella di trasferirsi è meglio avere le idee chiare e non farsi trascinare da facili entusiasmi.
Segnaliamo che l'ambasciata australiana a Roma non si occupa di visti e permessi di lavoro; i cittadini italiani possono espletare le pratiche attraverso i servizi online (eVisa), i centri preposti in Australia o presso l’Ufficio Visti dell’ Ambasciata d’Australia a Berlino.


Ecco una selezione ragionata di indirizzi dove cominciare a fare qualche indagine e attingere preziose informazioni.

Department of immigration
Visti per Australia, istruzioni per l'uso. Con oltre settanta tipi diversi di visto c'è da passarci le giornate su questo sito. In questa pagina troverete maggiori informazioni.

SBS
il sito italiano della stazione radiotelevisiva australiana SBS, per riascoltare in podcast interessanti servizi sulla nuova emigrazione italiana e le interviste con chi si è già trasferito o sta facendo i primi passi.

Melbournepuntoit
La comunità dei New Italians a Melbourne. Un punto di riferimento per i nuovi arrivati che vogliono integrarsi

Altre informazioni su come ottenere visti e cittadinanza australiana si possono ottenere presso lo sportello multilingua dell'Europe Service Centre (ESC) di Londra. Call center: 06-87500780 (11:00 - 18:00 da lun a ven)


Vi segnaliamo infine alcuni libri con le esperienze di chi ha deciso di andare a vivere all'estero

Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita. - Libri per viaggiare: Sognando l'Australia
Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita.
Se ne abbiamo abbastanza, se lavorare per consumare non ci rende felici, se vogliamo più tempo libero, insomma se vogliamo cambiar vita in questo libro troviamo la filosofia e la strategia di chi ci è riuscito.


Vivere felici all'estero - Libri per viaggiare: Sognando l'Australia
Vivere felici all'estero
Come trasformare una necessità in una grande opportunità. Questo libro si rivolge a chi, da solo, in coppia, con o senza figli, non ha ancora preso una decisione ma anche a chi, invece, sta per partire o già vive un'esperienza all'estero.


Vado a vivere all'estero - Libri per viaggiare: Sognando l'Australia
Vado a vivere all'estero
Semplice ma efficace guida per evitare le buche e le strade senza uscita per chi vuole, o deve, trasferirsi in un altro paese.


Mollo tutto e vado in Australia  - Libri per viaggiare: Sognando l'Australia
Mollo tutto e vado in Australia
Una famiglia con un bambino piccolo lascia il lavoro, chiude casa per cinque mesi e se ne va dall’altra parte del mondo percorrendo 23 mila chilometri di Australia con un camper e cambiando totalmente stile di vita. Ad accoglierli una natura incantevole e gli abitanti di una terra tutta da scoprire.



[Agosto 2012]

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