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Dossier Tropici

La zanzara: nemico pubblico numero uno

Quando si viaggia nei paesi tropicali la puntura degli insetti può diventare un tormento. Nella maggior parte dei casi quei fastidiosi pomfi pruriginosi scompaiono senza lasciare traccia. Altre volte no, le conseguenze sono più gravi, perché la puntura ha veicolato nel nostro organismo un patogeno in grado di causare una grave malattia infettiva o parassitaria.
L’agente infettivo potrebbe essere un parassita, come nel caso dei plasmodi responsabili della malaria e dei tripanosomi che causano la tripanosomiasi africana oppure larve di vermi filiformi per la filariasi linfatica. O invece virus, come nella febbre gialla o nella dengue. Di qualsiasi specie si tratti, il microorganismo trasmesso dalla puntura di insetti compie quasi sempre una parte del proprio ciclo vitale all’interno di una specie vettore. E il vettore più comune è la zanzara.
Oltre alle zanzare anche mosche, flebotomi (più conosciuti con il nome di pappataci) e diverse altre specie di artropodi ematofagi (zecche, cimici e pidocchi) sono possibili vettori di malattie tropicali più o meno diffuse.

Malattie tropicali trasmesse da insetti e da altri artropodi ematofagi
Vettore Comportamento del vettore Malattia trasmessa Zone a rischio Livello di rischio per i viaggiatori
Zanzare (Anopheles) presenti all’esterno e all’interno delle abitazioni, pungono più volte durante la notte malaria Africa, Asia e America centro meridionale elevato in Africa, bacino amazzonico e zone rurali sudest asiatico
Zanzare (Aedes) presenti all’esterno e all’interno delle abitazioni, pungono nelle ore dopo l’alba e prima del tramonto febbre gialla Africa, America meridionale basso fuori da aree epidemiche, elevato in zone rurali e di foresta
dengue Endemica nell’intera fascia tropicale elevato in America centro meridionale e sudest asiatico
chikungunya Africa subsahariana, sudest asiatico, Sri Lanka, India basso, tranne aree epidemiche
Zanzare (Culex) presenti con più frequenza all’esterno delle abitazioni, pungono durante le ore notturne Encefalite giapponese Asia centromeridionale, sudest asiatico, Giappone, Corea basso, tranne durante epidemie
virus del Nilo occidentale Tutto il mondo basso, tranne durante epidemie
Zanzare (Anopheles, Aedes, Culex) vedi comportamento singole specie filariasi (o filariosi) Africa, Asia, regioni occidentali costiere Am. latina (scarsa) basso, necessaria un’esposizione prolungata in zone rurali e nei focolai epidemici.
febbre della valle del Rift Africa subsahariana, Egitto, Arabia e Yemen basso fuori dalle aree epidemiche
Mosche e moscerini (Simulium) presenti nelle vicinanze di cascate, fiumi e ruscelli, pungono durante le ore diurne Oncocercosi (cecità dei fiumi) Africa equatoriale, alcuni paesi dell’America centro meridionale basso
Mosche tse tse (Glossina) presente all’esterno, pungono nelle ore diurne Tripanosomiasi africana Africa occidentale e orientale basso, necessarie ripetute punture dell’insetto vettore
Flebotomi (pappataci genere Phlebotomus) presenti all’esterno, anche sulle spiagge al tramonto, e all’interno delle abitazioni Leishamaniosi cutanee, mucose e viscerali Tutte le regioni tropicali elevato il rischio di puntura durante la stagione umida; penetrano all’interno anche attraverso le zanzariere
Zecche, pulci e pidocchi ampiamente diffusi nella vegetazione e talora presenti in ambienti chiusi. possono pungere anche in zone coperte del corpo Rickettsiosi (tifo esantematico, tifo murino e febbri bottonose) Tutto il mondo, particolarmente diffuse ai tropici in condizioni di scarsa igiene Rischio contenuto tranne durante focolai epidemici
rielaborato da: Committee to Advise on Tropical Medicine and Travel - Statement on Personal Protective Measures to Prevent Arthropod Bites, Canada Communicable Disease Report, Vol.31, Dec 2005

Per difendersi da alcune di queste malattie sono in commercio farmaci e vaccini, ma nessun tipo di chemioprofilassi garantisce una protezione completa. Perciò la principale misura preventiva consiste nel ridurre al minimo il rischio di puntura da parte degli insetti vettori. E non è difficile, visto che le misure da prendere sono quasi sempre le stesse. Senza mai abbassare la guardia, nemmeno quando si ricorre ad una prevenzione farmacologica.
La chemioprofilassi dovrebbe essere valutata caso per caso ed effettuata solo quando è veramente necessaria, dal momento che non è priva di effetti collaterali. Anche la scelta di sottoporsi o meno ad una vaccinazione dipende da una serie di fattori: diffusione della malattia, luogo e tipo di soggiorno, stagione e durata del viaggio.

Per quanto riguarda le malattie trasmesse dalla puntura di insetti, l’unica vaccinazione da prendere seriamente in considerazione è quella contro la febbre gialla, ultima rimasta tra le vaccinazioni internazionali. E’ obbligatoria in numerose nazioni africane, nelle quali l’ingresso in frontiera non è consentito se non si è muniti di un certificato valido; alcuni paesi la richiedono anche ai viaggiatori provenienti da aree infette.
Il vaccino contro la febbre gialla garantisce una protezione davvero efficace (97-99%); dura almeno dieci anni e ha modesti effetti collaterali, tranne nei casi di persone allergiche alle uova o gravemente immunodepresse.

Le malattie trasmesse da insetti, zecche e parassiti mietono ogni anno parecchi milioni di vittime nei paesi tropicali; queste morti sono dovute alla prolungata esposizione alle specie vettore e alle carenti condizioni sanitarie dei paesi in via di sviluppo. Ma per un viaggiatore occidentale che può disporre di mezzi di difesa adeguati, il rischio di contrarre gravi malattie, come ad esempio la malaria, si riduce anche del 90% quando vengono osservate le più comuni misure di prevenzione.

Come evitare la puntura delle zanzare
Innanzi tutto è utile conoscere il ciclo vitale della zanzara, il più comune vettore delle malattie da viaggio ai tropici.
Per svilupparsi la zanzara ha bisogno di acqua stagnante ma ha saputo adattarsi a diversi ambienti e può proliferare in acqua dolce, salmastra e salata; possono bastare anche i piccoli ristagni che si formano dopo le piogge in qualsiasi tipo di contenitore, come secchi, bidoni, vecchi copertoni oppure tronchi cavi d’albero.
La femmina depone diverse centinaia di uova alla volta sull’acqua o su una superficie umida. Di solito le uova si schiudono dopo un paio di giorni ma possono rimanere attive per mesi in attesa delle giuste condizioni. Le larve appena nate si nutrono delle sostanze organiche contenute nell’acqua e dopo una settimana si trasformano in pupe; queste rimangono per un paio di giorni sulla superficie per poi diventare zanzare adulte, capaci di volare e di riprodursi.

A differenza dei maschi che si nutrono di nettare, le zanzare femmine hanno bisogno di sangue per produrre le uova. Pertanto, solo le femmine pungono altri animali, uomo compreso, e lo fanno mediamente ogni tre o quattro giorni, consumando ogni volta una quantità di sangue superiore al proprio peso, ragione per cui devono pungere più volte durante un pasto.
Alcune specie preferiscono nutrirsi di notte, altre in pieno giorno, altre ancora si sono adattate ai pasti nelle ore subito dopo l’alba e prima del tramonto, come nel caso di Aedes.
Gli stimoli che questi insetti usano per localizzare la preda sono piuttosto complessi e coinvolgono il loro apparato termico, visivo e olfattivo. Le specie che si nutrono di giorno sono attirate dal movimento e dai colori scuri ed è per questo motivo che il nero, il blu ed altre tinte scure dovrebbero essere bandite dal nostro abbigliamento.

Quando le zanzare si avvicinano alla preda è l’odore dell’ospite a stimolare maggiormente i loro sensi. Purtroppo l’essere umano diffonde una lunga serie di odori che sembrano piacer loro, come alcune sostanze volatili contenute nel respiro oppure emesse dalla nostra pelle. E paradossalmente, tutto quello che di solito usiamo per coprire i nostri odori forma una miscela che è particolarmente stuzzicante al palato di questi fastidiosissimi insetti.
Perciò, oltre ai vestiti scuri, niente profumi quando si viaggia ai tropici.
Quanto al perché alcune persone vengano punte più di altre non c’è ancora una spiegazione definitiva; secondo alcune statistiche, le persone che non sudano piacciono meno alle zanzare mentre, in generale, gli adulti vengono punti più frequentemente rispetto ai bambini, sebbene diventino poco invoglianti a mano a mano che invecchiano.

Data l'ampia varietà di combinazioni possibili, non è facile trovare un repellente ideale, che agisca sulla diverse miscele di odori umani e che sia efficace nei confronti di tante specie diverse di zanzare e altri artropodi ematofagi. E di fatto molte zanzare reagiscono diversamente allo stesso tipo di repellente.
Sull’efficacia di un repellente entrano in gioco diversi altri fattori. Come, ad esempio, l’uniformità dell’applicazione: bastano infatti pochi centimetri di pelle esposta su cui non abbiamo spalmato bene il repellente per attirare un insetto affamato, nonostante il resto del corpo sia stato adeguatamente protetto. E' evidente che la pioggia o il bagno in mare ma anche un forte incremento di temperatura riducono di oltre il 50% l’efficacia del prodotto. La durata della copertura, quindi la frequenza con la quale va ripetuta l’applicazione, viene infatti calcolata in base all’assorbimento del prodotto da parte della pelle, in condizioni normali di evaporazione e sudorazione. Evidentemente, ai tropici il repellente dovrebbe essere usato con maggiore frequenza.
Quale prodotto scegliere allora? Le formulazioni che hanno dimostrato maggiore efficacia e migliore tollerabilità sono quelle a base di DEET (N,N-diethyl-3-methylbenzamide), una sostanza capace di agire ad ampio spettro su diverse specie di zanzare, mosche e pappataci.
Il DEET è utilizzato da oltre 40 anni da milioni di persone ed è stato sottoposto a numerosi studi di tossicità, senza mai evidenziare rischi per l’uomo. Studi recenti indicano che il prodotto non ha controindicazioni per i bambini, per i quali si può comunque decidere di usare le formulazioni a più bassa concentrazione di principio attivo.

Efficacia di alcuni repellenti in commercio
Ingrediente attivo Durata
DEET < 10% 1-3 ore
DEET 10% - 30% 4-6 ore
Bayrepel (Icaridina) 10%- 20% 3-5 ore (prodotti al 10%)
8-10 ore (prodotti al 20%)
Lemon eucalyptus oil 10% - 30% 2-5 ore
Olio di citronella 5% -15% 20-30 minuti
rielaborato da: Committee to Advise on Tropical Medicine and Travel - Statement on Personal Protective Measures to Prevent Arthropod Bites, Canada Communicable Disease Report, Vol.31, Dec 2005

L’efficacia dei diversi repellenti è stata misurata, in termini di durata, da test effettuati su zanzare Aedes, una delle specie più diffuse.
L’azione del DEET nei confronti della specie Anopheles è leggermente inferiore, con una durata che si attesta sui limiti bassi del range indicato in tabella. Al contrario il DEET, anche se usato a basse concentrazioni, mostra un’efficacia maggiore rispetto al range misurato per l’Aedes verso mosche, mosca tsetse ed altri moscerini ematofagi.
Non si hanno invece dati sulla durata del DEET per la prevenzione contro le zecche; sicuramente il prodotto esercita una certa azione repellente, che però dovrebbe essere combinata con l’uso di un pesticida sugli abiti, meglio se a base di permetrina. La pratica di spruzzare permetrina su abiti, zanzariere e negli ambienti chiusi rimane una delle misure raccomandate per alzare la soglia di protezione dei repellenti.

I casi di malattia trasmessa da insetti nei viaggiatori che abbiano adottato le giuste precauzioni sono molto rari; ciò nonostante è sempre opportuno consultare il proprio medico curante qualora dovessero comparire febbre, malessere o altri disturbi al ritorno da un viaggio ai Tropici.

SIMET - Indicazioni per la profilassi antimalarica
Centri di Medicina tropicale in Italia

[Novembre 2009] rev. 2020

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