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Storie dai Tropici

Un biocarburante davvero bio

(Amsterdam, Paesi Bassi – 24/11/2009)

Come alimentare i potenti motori di un Boeing 747 e ridurre l’inquinamento? Se ne parla da molto tempo e un nuovo test ha confermato la fattibilità di un progetto a cui molte compagnie aeree guardano con interesse. Un jumbo della KLM è decollato ieri dall’aeroporto di Amsterdam e ha effettuato un volo usando, per uno dei suoi quattro reattori, una miscela di biocarburante e kerosene. Lo avevano già fatto prima Air New Zeland, Japan Airlines e Continental Airlines ma questa volta, a bordo dell’aereo della KLM, c’erano 40 passeggeri tra cui il direttore di WWF Olanda.
Nella miscela di combustibili che bruciava nei motori del velivolo è stato utilizzato un derivato della camelina, uno dei più promettenti candidati tra tutti i possibili carburanti sostenibili, che consente di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’80% rispetto al kerosene. E non solo; il biofuel da camelina, oltre ad essere pulito, non danneggia la catena alimentare e potrebbe finalmente offrire una soluzione per la produzione di un carburante ideale.
La camelina, detta anche “falso lino”, è una pianta erbacea diffusa in Nord America e in Europa che richiede poche cure, è resistente ai climi aridi del nord e cresce in terreni inadatti ad altre coltivazioni; se messa in rotazione con il grano, potrebbe aumentare la produttività del terreno invece di ridurla. Finora i biocombustibili di prima generazione, ottenuti dalla fermentazione di prodotti alimentari come cereali, canna da zucchero, o dalla più economica palma da olio hanno causato più disastri che benefici. Considerando l’intero ciclo di vita, dal raccolto alla produzione, il livello di emissioni prodotto dalle coltivazioni intensive di queste materie prime risulta poco conveniente rispetto ai combustibili fossili. Senza considerare problemi come la competizione con le necessità alimentari globali e l’abbattimento di foreste primarie per far posto alle specie destinate alla produzione di biodiesel. Uno degli esempi più recenti è quello della Nuova Guinea dove il governo, spinto dagli interessi delle compagnie di biocarburanti, ha in progetto di estendere la coltivazione di palme da olio da 6 a 20 milioni di ettari. Con buona pace delle popolazioni del posto che dovranno abbandonare il proprio territorio e delle foreste che verranno rase al suolo.
La camelina potrà risolvere così tanti problemi? E’ ancora presto per dirlo; per ora sembra il biocarburante ideale.

per maggiori informazioni: Euronews e Business Travel

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