Oggi Chavez avrebbe dovuto prestare giuramento davanti all'Assemblea Nazionale ma le sue condizioni di salute non gli consentono di muoversi dall'ospedale di Cuba dove è stato operato nel mese di dicembre.
La cerimonia di insediamento ufficiale del presidente scelto dal Venezuela è stata rimandata per “assenza temporanea” del presidente stesso, cui è stato concesso tutto il tempo necessario per rimettersi in buona salute. Ma la festa organizzata a Caracas per l'insediamento di Chavez si fa lo stesso, anche senza il festeggiato.
Una ventina di leader politici latinoamericani, compresi alcuni capi di stato, sono arrivati tra ieri e oggi nella capitale venezuelana, per partecipare a una riunione straordinaria dei ministri degli esteri di PetroCaribe e dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) e poi alla manifestazione che si tiene in queste ore davanti al palazzo presidenziale di Miraflores.
"Tutti in piazza" era stato l'appello del vice di Chavez, Nicolas Maduro, che aveva invitato i venezuelani a dimostrare solidarietà al Comandante ammalato, quanto gravemente non è dato sapere.
C'è il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega. C'è Evo Morales, indio e socialista come Chavez. C'è
José Mujica, anziano capo di stato dell'Uruguay, meglio conosciuto come il presidente più povero del mondo. E ci sono rappresentanti da Ecuador, Argentina e da altri paesi “amici”. Ma soprattutto c'è tantissima gente.
La polizia ha schierato 1.500 unità di personale per garantire la sicurezza della manifestazione.
Secondo fonti militari in queste ore sono state rinforzate anche le forze armate schierate ai confini.
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