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Storie dai Tropici

Cuba, grande attesa per la riforma sulla libertà di espatrio

(L'Avana, Cuba - 22/12/2011)

Cuba si prepara ad una nuova storica riforma. E' arrivato il momento di porre fine al concetto di “emigrante definitivo” e risolvere la spinosa questione della limitazione alla libertà di espatrio; misure nate all'epoca della Revoluciòn, ma diventate poi di fatto anacronistiche.
Per ora si tratta ancora di voci, ma c'è crescente fiducia che l'annuncio della riforma sulla politica migratoria verrà dato domani da Raul Castro, durante l'Assemblea nazionale del potere popolare.

Era stato lo stesso presidente cubano ad anticipare la storica decisione, in un suo discorso pubblico dello scorso agosto: sarà inserita nel quadro delle grandi riforme che si stanno attuando a Cuba, volte ad eliminare le “restrizioni inutili”, come lo stesso Raul le aveva definite, e che hanno già visto realizzarsi la liberalizzazione del mercato del lavoro, la possibilità di acquistare e vendere case, automobili ed altri beni, nonché di ottenere prestiti in banca e via discorrendo.

Il principale ostacolo alla riforma, aveva comunque ricordato Castro, è "la conservazione del capitale umano creato dalla rivoluzione", riferendosi a quell'esercito di professionisti, medici soprattutto, che ogni anno vengono sfornati dalle università e dalle scuole di specializzazione cubane.
Negli anni sessanta gli Stati Uniti, che non si possono certo definire teneri quanto a leggi sull'immigrazione, avevano accolto a braccia aperte uno stuolo di medici cubani, rischiando di far collassare il sistema sanitario dell'isola. Una misura messa in atto, secondo molti osservatori, per indebolire il governo di Fidel. Ne erano rimasti solo 3.000, oggi di medici ce ne sono 76.000.
Su 11,2 milioni di abitanti, Cuba ha più di un milione di laureati, che non è poco per un piccolo paese, tuttora stretto nella morsa dell'embargo economico nordamericano.

Se la riforma dovesse effettivamente vedere la luce, per i residenti cubani i fondamentali sarebbero: niente più obbligo di visto per uscire o per entrare nel paese e l'estensione a due anni del permesso di soggiorno all'estero, con possibilità di rinnovo, senza più perdere diritto sui propri beni e senza quindi guadagnarsi, in caso di mancato rientro nei tempi previsti, lo status di “disertore”.

All'Avana si parla di svolta storica, sarebbe infatti un grande passo per la normalizzazione dei rapporti con la comunità degli emigrati cubani in Florida e, di conseguenza, con il governo statunitense. A Washington stanno a guardare.

Leggi gli ultimi aggiornamenti: No al libero espatrio ma a Cuba avanzano le riforme

Altri dettagli: AFP
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