
Storie dai Tropici
Dengue: zanzara che non vola, non punge
(Washington, USA - 23/2/2010)
Cosa non si fa per combattere le zanzare. Ma il vero obiettivo è quello di evitare la diffusione delle malattie trasmesse da questi fastidiosi insetti; come la dengue, che colpisce oltre 50 milioni di persone l'anno e minaccia più di un terzo della popolazione mondiale.
L'ultima frontiera viene dall'ingegneria genetica; uno studio appena pubblicato sull'autorevole rivista scientifica internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences (
PNAS ) descrive un metodo per creare un nuovo ceppo di zanzare incapaci di volare e quindi destinate a morire rapidamente.
Funziona così. Maschi geneticamente modificati di Aedes aegypti, la specie responsabile della diffusione della dengue, verrebbero rilasciati in natura; la nuova razza, accoppiandosi con le femmine selvatiche, darebbe origine ad una progenie femminile ibrida, che eredita un gene capace di interferire con lo sviluppo delle ali.
Non essendo in grado di volare, le zanzare femmine non potrebbero più riprodursi e la popolazione nativa andrebbe a scomparire nel giro di 6-9 mesi. La progenie maschile rimarrebbe invece inalterata, conservando la capacità di volare, cosa che non influisce sulla diffusione della malattia poiché, a differenza delle femmine che hanno bisogno di sangue per produrre le uova, le zanzare maschio si nutrono di nettare e quindi non pungono l'uomo o altri animali.
La tecnica, sviluppata da Luke Alphey dell'Oxitec, una società biotecnologica nata in seno all'università di Oxford, potrebbe offrire un'alternativa valida all'uso di insetticidi nocivi.
Gli scienziati assicurano che l'approccio è sicuro e mirato, perché specie-specifico; il nuovo ceppo di zanzare maschio si accoppierebbe, infatti, solo con le femmine della stessa specie.
Quanto all'applicazione del metodo, gli stessi autori ammettono che non sarà facile risolvere diversi problemi di natura logistica e soprattutto economica; trattare aree estese vuol dire rilasciare un numero sufficiente di zanzare maschio, un'operazione che non è certamente a buon mercato e che potrebbe richiedere ingenti risorse.
Si tratta tuttavia di un passo avanti, che potrebbe ridurre in modo significativo la mortalità del contagio da dengue e consentire, in futuro, un nuovo approccio nei confronti di altre malattie diffuse dalle zanzare, come la malaria.
Sotto quest'ultimo aspetto i ricercatori avvertono che la battaglia potrebbe essere più difficile: mentre la dengue è diffusa solo da un paio di specie, diverse varietà di zanzare fungono invece da vettori per la malaria.
La dengue è endemica in tutta la fascia tropicale; nell'ultimo decennio si è diffusa a macchia d'olio fino a diventare una delle maggiori patologie infettive emergenti.
Non esistono vaccini né trattamenti e i metodi di controllo non sono sufficientemente efficaci; la malattia rappresenta perciò un serio problema di sanità pubblica per chi vive nei paesi tropicali e per chi viaggia, dato che si manifesta in tutte le destinazioni turistiche più popolari.
La dengue provoca sintomi simil-influenzali e nella sua forma benigna evolve positivamente ma in alcuni casi il virus può scatenare una forma emorragica che, se non trattata, risulta fatale.
Per altri dettagli:
BBC news
Dossier Tropici - Tutti i numeri della dengue
Dossier Tropici - La zanzara: nemico pubblico numero uno
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