
Storie dai Tropici
India, no ai turisti a casa delle tigri
(New Delhi, India - 24/7/2012)
La Corte Suprema indiana ha deciso di proibire il turismo in tutte le aree del paese considerate critiche per la sopravvivenza delle tigri. E annuncia pene severe per gli stati indiani che non hanno ancora creato buffer zone intorno agli habitat dei grossi felini.
Questo è solo l'ultimo capitolo della lunga e controversa battaglia in corso in India per la tutela delle tigri. Una specie che, semmai ci fosse bisogno di ricordarlo, rischia seriamente l'estinzione.
Da oggi la legge indiana impone alle circa 40 riserve naturali gestite dal governo il divieto di qualsiasi attività turistica nelle cosiddette core areas, ossia in quelle zone all'interno di parchi e riserve in cui si concentra il maggior numero di tigri.
Il turismo non è vietato tout court ma sarà consentito solo nelle buffer zone, ovvero in quelle fasce di protezione che circondano il nucleo centrale della riserva e che, almeno in teoria, dovrebbero essere in grado di assorbire l'impatto antropico.
Gli ambientalisti esultano. Negli ultimi anni hotel, negozi e altre attività commerciali sono spuntate come funghi attorno alle riserve per soddisfare i crescenti bisogni di chi desiderava incontrare il grande felino. Il turismo di certo disturba ma non è la sola minaccia.
I cacciatori di frodo uccidono ogni anno un numero imprecisato di tigri: le ossa soprattutto, ma anche pelli e peni sono richiestissimi sul mercato nero asiatico per curare non si sa bene cosa o per farne semplici amuleti. La deforestazione e la progressiva perdita degli habitat hanno fatto il resto.
In India c'erano circa 100mila esemplari cento anni fa; l'ultimo censimento dell'anno scorso contava appena 1700 animali.
Altri dettagli:
India Today
Leggi anche:
India: stop al “turismo della tigre”. I pro e i contro (1/5/2010)
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