
Storie dai Tropici
Il dopo Irene ai Caraibi
(Nassau, Bahamas - 27/8/2011)
Irene ha lasciato definitivamente i Caraibi. Sulla East Cost, dove non sono abituati a uragani di questa portata, si è scatenato il panico. Intanto in Repubblica Dominicana, e soprattutto alle Bahamas, si fanno i bilanci e ci si rimbocca le maniche.
In queste ore il presidente dominicano Leonel Fernández ispeziona i danni causati dall'uragano nelle regioni centro meridionali di San Cristóbal e San José de Ocoa, aree nelle quali migliaia di famiglie sono state colpite dalle alluvioni e dai venti portati dalla tempesta. Case scoperchiate, ponti distrutti, campi agricoli devastati, questo è lo scenario.
A cinque giorni dal passaggio dell'uragano, che nemmeno ha investito direttamente la Repubblica Dominicana, si contano più di 18.000 sfollati e 75 comunità ancora isolate. I morti sarebbero due: una ragazza dominicana di 18 anni, incinta, trascinata via dalla piena del fiume Yubazo e un altro giovane, vittima della malasorte ad una trentina di miglia da Santo Domingo.
Meno pesanti invece i danni alle strutture turistiche: in un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi dall'Associazione Alberghi e Turismo della Repubblica Dominicana (ASONAHORES) si apprende che le aree di Punta Cana, Samanà, Puerto Plata e la costa nord, La Romana, Juan Dolio e Santo Domingo non sono state danneggiate dal transito dell'uragano. Le forti piogge hanno causato difficoltà in quattro hotel di Bayahibe, ma i problemi sono stati già risolti.
Gli aeroporti di La Romana, Punta Cana, Puerto Plata, Samanà e Santo Domingo operano regolarmente già da diversi giorni, sulle spiagge torna a splendere il sole e le attività turistiche sono riprese a pieno ritmo.
Alle Bahamas, invece, si raccolgono i pezzi. Le isole principali, New Providence e Grand Bahama, sono state solo sfiorate da Irene, ma le Family Island, le isole esterne, hanno subito danni per diversi milioni di dollari.
Regna la devastazione a Cat Island, Rum Cay, Crooked Island, Acklins, Mayaguana, Eleuthera e le Abaco, prese in pieno dalla tempesta e spazzate da venti ad oltre 220 km orari. I residenti si guardano attorno frastornati: c'è chi ha perso ogni cosa. Le linee elettriche, abbattute dal vento e dagli alberi sradicati, sono interrotte e quindi in molte isole manca ancora la corrente.
Le regioni più isolate dell'arcipelago, dalle quali non giungono ancora notizie, sono pattugliate da elicotteri e aerei con a bordo medici pronti a portare soccorso a chi ha bisogno di aiuto.
L'aeroporto internazionale di Nassau ha riaperto ieri e ha visto affluire centinaia di turisti in attesa di lasciare l'arcipelago. Ma per chi dovrà rientrare negli Stati Uniti l'incubo Irene non è ancora finito. I cieli USA sono nel caos: 6.000 i voli cancellati, diversi aeroporti della East Coast chiusi, con pesanti ripercussioni sul traffico aereo anche negli altri stati.
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