
Storie dai Tropici
Turisti con la malattia del sonno al rientro dal Masai Mara
(Mombasa, Kenya - 15/3/2012)
Aveva trascorso l'intera vacanza in un resort sulle spiagge di Mombasa, tranne per quel mini safari di due giorni nel Masai Mara. Appena rientrato a casa dal Kenya, un turista tedesco accusa febbre alta e un forte mal di testa accompagnato da dolori.
All'ospedale di Francoforte pensano subito alla malaria ma dopo aver effettuato gli esami del sangue la diagnosi è un'altra: tripanosomiasi africana o malattia del sonno. Sulla tibia dell'uomo viene poi individuata una papula con al centro l'inconfondibile segno di puntura d'insetto.
A distanza di pochi giorni un altro caso di tripanosomiasi è segnalato in un turista belga: identiche le condizioni, stessa tipologia di vacanza, stesso safari nel Masai Mara. Per una malattia che colpisce i viaggiatori solo raramente e che da almeno un decennio non veniva riportata al ritorno da una vacanza in Kenya, due casi in un mese fanno riflettere.
La malattia del sonno è endemica in varie zone dell'Africa ed è trasmessa da alcune specie di mosche appartenenti al genere Glossina, meglio conosciute con il nome di mosche tsetse. Il parassita inoculato dalla puntura dell'insetto, in questo caso un tripanosoma, si diffonde per via ematica, si moltiplica e compromette diversi distretti del corpo, compreso il sistema nervoso centrale.
I segni dell'infezione si manifestano dopo pochi giorni dal contagio oppure, a seconda dei casi, dopo qualche mese; se trattata con farmaci specifici, la tripanosomiasi africana può avere esito letale.
Stime approssimative parlano di 10.000 casi l'anno tra la popolazione residente.
In Europa i casi di tripanosomiasi africana sono importati da viaggiatori provenienti da aree naturali e riserve di Malawi, Zambia, Zimbabwe e, soprattutto, dai parchi naturali della Tanzania. Il sempre maggiore afflusso di turisti in queste aree spiegherebbe l'apparente maggiore diffusione della malattia che si riscontra negli ultimi anni tra i viaggiatori.
Gli specialisti di malattie infettive e di medicina dei viaggi giungono ad una sola conclusione: il rischio per un turista di contrarre la malattia del sonno è basso ma non può essere ignorato.
La prevenzione consiste innanzi tutto nel conoscere le aree endemiche: attualmente la malattia è presente, in due forme diverse a seconda del parassita (Trypanosoma brucei gambiense o Trypanosoma brucei rhodesiense) in 36 paesi dell'Africa sub-sahariana.
Chi va a fare un safari in queste aree dovrebbe proteggersi dalla mosca tsetse con un repellente il più concentrato possibile (almeno il 35% di DEET); più spesso viene applicato sulla pelle, meglio è. Tuttavia, poiché la mosca tsetse è meno sensibile al repellente rispetto alle zanzare, è necessario trattare con insetticidi anche i vestiti.
Le mosche sono attratte dai colori scuri e da quelli molto vivaci, meglio quindi indossare abiti color kaki o verde oliva; camicie e pantaloni dovrebbero essere di medio spessore e coprire il più possibile il corpo.
Infine è importante sapere che la mosca tsetse è attiva soprattutto di giorno e il suo habitat preferito sono le zone di foresta in prossimità di laghi e corsi d'acqua.
Altri dettagli:
National Travel Health Network and Centre
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