
Storie dai Tropici
Mauritius. Sole, mare, spiagge... e cemento
(Port Louis, Mauritius - 3/10/2011)
Le costruzioni sulla costa occidentale sono quasi triplicate. A nord, nei distretti di Pamplemousse e di Rivière-du-Rempart c'è stata una crescita di oltre il 100%, denuncia la stampa locale. Una vera e propria esplosione di alberghi, villaggi, residence e villette private, sorte l'una accanto all'altra nel giro degli ultimi decenni per soddisfare le crescenti esigenze del turismo balneare.
Sea, sand and sun, la magica formula delle tre “s” che ha fatto la fortuna di Mauritius, rischia la fine della gallina dalle uova d'oro, uccisa dal suo stesso proprietario. Il sole di sicuro continuerà a splendere e a baciare l'isola, ma quanto al mare e alle spiagge chissà, potrebbero forse diventare molto meno attraenti in futuro.
L'urbanizzazione eccessiva e incontrollata in alcune zone di Mauritius ha già prodotto una lunga serie di danni, a cominciare dall'erosione delle spiagge. E' gravemente danneggiata anche la barriera corallina, che circondava quasi l'intero perimetro dell'isola e contribuiva a proteggere quei soffici e bianchi nastri di sabbia.
I sub, neanche tanto smaliziati, restano delusi: nell'acqua spesso torbida di Grand Baie non si vede altro che coralli sbiancati, una manciata di pesci pagliaccio impauriti e qualche anemone spelacchiato. E la colpa non è solo del cemento.
Alla perdita di biodiversità della laguna concorrono le barche a motore e quella sarabanda di attività nautiche che, giorno dopo giorno, compromettono i delicati equilibri del mondo sommerso. Senza contare i problemi connessi alla gestione dei rifiuti: in un'isola, già sovraffollata di suo, i rifiuti domestici non trattati si sommano a quelli derivanti dalle attività commerciali e turistiche e certe volte non trovano altro sbocco che l'oceano.
L'industria turistica è il pilastro dell'economia nazionale e l'anno scorso, con un numero di turisti che sfiorava il milione, è stato segnato un nuovo record di presenze.
Mauritius, a dispetto di tutto, è ancora un luogo pieno di fascino, ma guardando lontano la ricetta potrebbe non funzionare più a dovere. A meno che non si decida di togliere la testa da sotto la sabbia e puntare su un turismo meno pesante e più sostenibile.
Altri dettagli:
L'Express
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