
Storie dai Tropici
Cabo Pulmo è salvo! Il mega resort non si farà
(La Paz, Baja California, Mexico - 17/6/2012)
Il mega complesso di Cabo Cortez non si farà, lo ha detto Felipe Calderon in persona. Il presidente messicano ha annunciato che la concessione per diecimila ettari di terreno data ad una società di investimenti immobiliari è stata ritirata.
Lo sconsiderato progetto presentato da Hansa Investments Baja, filiale messicana di una società spagnola, prevedeva la realizzazione di una nuova Cancun: 30.000 posti letto, almeno due campi da golf, due milioni di metri quadrati di spazi commerciali e un marina da 500 posti barca, oltre ad una pista per jet privati. Dove? Proprio sul limite settentrionale del Parco Nazionale Marino di Cabo Pulmo, uno spettacolare tratto di costa che offre rifugio ad un quarto circa delle specie ittiche presenti nel Mar di Cortez.
Cabo Pulmo è un villaggio immerso nella quiete del deserto della Baja California Sur, un piccolo pezzo di paradiso adagiato tra le colline di cactus e il mare. La barriera corallina che si estende davanti alla costa è stata dichiarata parco marino nel 1995, e dieci anni più tardi è diventata patrimonio mondiale dell'Unesco. Oggi Cabo Pulmo è considerato uno dei più riusciti esempi di conservazione delle risorse marine nelle Americhe e un modello per l'ecoturismo.
“Dovevamo essere assolutamente certi che un complesso di tali dimensioni non avrebbe causato danni irreversibili all'ambiente e nessuno è riuscito finora a dimostrarlo”, ha dichiarato il presidente Calderon, motivando così la sua decisione di bloccare il progetto.
Il reef di Cabo Pulmo e la piccola comunità che vive senza strade asfaltate, senza telefono e con quel minimo di elettricità per soddisfare i bisogni essenziali avrebbero dovuto fare i conti con decine di migliaia di tonnellate di rifiuti solidi ma anche con giganteschi impianti di desalinizzazione che, a pieno regime, avrebbero scaricato in mare 500 litri/al secondo di acqua ad alta salinità. Sottratta anche dal piccolo acquedotto locale, l'acqua dolce, che qui nel deserto è il bene più prezioso, sarebbe servita a irrigare i campi da golf.
"E' un messaggio importante per gli investitori messicani e internazionali che questo tipo di sviluppo turistico non è più accettabile in Messico" ha commentato la decisione del governo messicano Omar Vidal, dirigente del WWF Messico.
Ganamos! Abbiamo vinto! Si legge su salvemoscabopulmo.org di Greenpeace, che tre mesi ha raccolto oltre duecentomila firme in tutto il paese.
Per ora la barriera corallina di Cabo Pulmo è salva, anche se gli investitori potrebbero tornare alla carica. Difficile però spuntarla in Baja California; non dimentichiamoci che le prime riserve marine per le balene grigie sono state create proprio qui, più di mezzo secolo fa.
Altri dettagli:
Salvemos Cabo Pulmo
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