
Storie dai Tropici
Sierra Leone: la pianta tropicale che fa i miracoli
(Freetown, Sierra Leone - 19/9/2011)
“Ben presto potremmo fare a meno dei medici” ha dichiarato alla stampa il Ministro dell'agricoltura della Sierra Leone, Sam Sesay. Ovviamente scherzava. In un paese con un indice di sviluppo tra i più bassi al mondo e un tasso di mortalità infantile alto da far spavento, i dottori servono eccome.
Secondo le statistiche ufficiali, in Sierra Leone c'è un medico ogni 17.000 abitanti e un infermiere ogni 8.000, perciò altro che mandarli a spasso.
Il ministro si riferiva a un promettente programma avviato dal governo per diffondere l'uso della Moringa, una pianta che potrebbe rivelarsi utile nel combattere la malnutrizione, prevenire le malattie e, perché no, creare nuove opportunità di lavoro.
Da tempo conosciuta come l'albero dei miracoli, o albero della vita, la Moringa oleifera è un concentrato di valori nutrizionali; e il bello è che si utilizza tutta, perché ogni sua parte sembra avere una qualche azione benefica.
Prendiamo le foglie: contengono sette volte la quantità di vitamina C delle arance, quattro volte la quantità di calcio del latte, quattro volte il beta carotene delle carote, il triplo del potassio di una banana, nonché quantità significative di altre vitamine e sali minerali. E se non bastasse ancora, le foglie della pianta dei miracoli forniscono un corredo di amminoacidi essenziali, capaci di assicurare un discreto apporto proteico, pari al doppio di quello che si otterrebbe mangiando uno yogurt.
Dai semi si estrae un olio che, per il suo contenuto di acido oleico, è prezioso quanto il nostro olio d'oliva; oltre tutto i semi si possono mangiare bolliti, come i ceci, o consumare tostati, al posto delle noccioline.
Ma le parti dell'albero più apprezzate in assoluto sono i frutti, che ormai si trovano freschi o inscatolati anche sui mercati occidentali: i baccelli, raccolti quando sono ancora verdi, si preparano come fossero fagiolini o asparagi. Nemmeno i fiori vanno sprecati, ricchi come sono di calcio e di potassio e buoni da mangiare fritti.
E' evidente che avere un albero di Moringa in giardino è come possedere una fonte di micronutrienti a portata di mano. Per questo motivo è già da un anno che in Sierra Leone si distribuiscono semi di Moringa per spingere una sempre più larga fascia di popolazione a piantare l'albero e sfruttarne le potenzialità per sé o per avviare una piccola attività imprenditoriale. Se l'uso della Moringa diventasse sempre più diffuso e popolare, per i coltivatori ci sarebbero concrete prospettive di guadagno.
L'aspetto in assoluto più interessante è che la distribuzione geografica della Moringa sembra coincidere alla perfezione con la mappa della fame e della povertà: come dire che l'albero cresce proprio dove ce n'è più bisogno. La Moringa oleifera è infatti originaria delle regioni sub himalayane, ma si è diffusa e adattata perfettamente ai climi e ai suoli dell'intera fascia tropicale, dall'Africa all'Asia, dal Pacifico al Sudamerica. E' un albero che raggiunge altezze comprese tra i 5 e i 12 metri, è resistente alla siccità ma cresce bene anche nei climi umidi e può svilupparsi a quote variabili tra 600 e 2.000 metri.
La pianta è stata oggetto di moltissimi studi in campo botanico, e di fatto in letteratura esiste un'enorme mole di dati sulla Moringa oleifera e sulle quattordici varietà appartenenti allo stesso genere. Non si può dire altrettanto in campo clinico: purtroppo gli studi sulle proprietà terapeutiche della Moringa sono ancora molto scarsi. La medicina tradizionale tribale, è vero, ne fa uso da centinaia di anni; ma che le conoscenze tramandate da una generazione all'altra in uno sperduto villaggio si possano trasferire tal quali in ospedale è tutt'altra questione.
Tuttavia, secondo il Ministro dell'agricoltura della Sierra Leone, con la Moringa si potrebbero curare centinaia di patologie importanti, come l'ipertensione e il diabete. Dichiarazioni che fanno storcere il naso ai dottori, per i quali l'uso dei preparati a base di Moringa si limita a un valido complemento alla pratica clinica, ma niente di più.
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