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Storie dai Tropici

Mar dei Carabi: arriva un ospite scomodo

(Cancun, Messico - 6/12/2009)

Si presenta in tutta la sua eleganza, con una livrea brillante a strisce marrone, bianco e rosso e una serie di pinne pettorali che si apre a raggiera come un ventaglio piumato. Ma è meglio non dargli troppa confidenza: l'ospite in questione nasconde aculei velenosi che causano fastidiose vesciche e, talvolta, dolori articolari, convulsioni e paralisi. Si tratta del pesce leone, Pterois volitans una specie molto comune nelle barriere coralline dell'oceano Indiano e del Pacifico occidentale, conosciuta e apprezzata tanto dai subacquei quanto dagli acquariologi per le sue forme appariscenti.
Da qualche anno il pesce leone ha raggiunto il mar dei Carabi, si è perfettamente acclimatato e si sta riproducendo ad una velocità tale da far impensierire gli esperti dell'intera regione.
Le autorità messicane hanno rilevato un'invasione di pesci leone nelle barriere coralline attorno a Cancun e temono che la specie possa rappresentare una seria minaccia per il turismo e per l'habitat marino della zona. In un'intervista rilasciata venerdì scorso Ana Isabel Gonzalez, un'esperta di specie invasive che lavora presso la Commissione nazionale per la conoscenza e l'uso della Biodiversità (CONABIO), ha consigliato a chi pratica immersioni sulle scogliere di Cancun e della Riviera Maya, di prestare attenzione al pesce leone ed, eventualmente, dichiarare gli avvistamenti alle autorità. A destare maggiore preoccupazione, oltre al rischio di avvelenamento per snorkeler e sub, è l'impatto sulle altre specie che abitano le barriere coralline dei Carabi, poco abituate a difendersi da questi pesci alieni che sono voraci predatori. Il rischio di un'alterazione dell'ecosistema è così alto che le autorità locali stanno chiedendo l'aiuto di volontari disposti ad unirsi alle brigate Pteois, una sparuta task force che finora ha catturato solo 500 esemplari lungo le coste caraibiche del Messico. E non è un compito facile; ci sono casi in cui il veleno resta attivo anche nei pesci pescati ore prima.
Ma come ha fatto il pesce leone ad arrivare nei Carabi? Secondo gli specialisti del Center for Coastal Fisheries and Habitat Research della NOAA, bisogna risalire al 1992, quando l'uragano Andrew distrusse un grande acquario in Florida, liberando un certo numero di esemplari esotici. Un'altra ipotesi è che il pesce possa aver raggiunto i Carabi nelle acque di zavorra di navi mercantili, finendo in mare durante le operazioni di svuotamento dei serbatoi. Sta di fatto che negli ultimi anni il pesce leone è stato segnalato nei mari attorno alle isole Bahamas, a Cuba, nella Repubblica Dominicana, nelle Turks e Caicos e, quest'anno nelle acque di Costa Rica, Panama, Messico e Veneuela. Secondo Juan Posada, capo dipartimento di biologia della Simon Bolivar University di Caracas, è praticamente impossibile riuscire a sradicare una specie introdotta con successo, bisogna imparare a convivere con il problema e cercare di gestirlo. I pesci leone fanno parte della famiglia degli scorpenidi, la stessa cui appartengono il pesce scorpione e il pesce pietra. Il veleno del pesce leone ha una tossicità inferiore rispetto al pesce pietra, ma la puntura dei suoi aculei è altrettanto dolorosa e potrebbe provocare vomito, vertigini, difficoltà respiratorie e altri sintomi più o meno gravi, che talvolta durano per parecchi giorni.

per altri dettagli: BBC Mundo

I Caraibi in PaesiTropicali.com

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