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Storie dai Tropici

Finché il cuore smette di battere

(Dickinson College, PA, USA - 18/1/2012)

Il boa, e i suoi cugini pitone e anaconda, uccidono le prede per asfissia: le avvolgono fra le spire e stringono, stringono e stringono ancora fino a quando la vittima esala l'ultimo respiro. E questo lo sapevamo già.
Ma nessuno finora aveva mai immaginato che i serpenti costrittori fossero in grado di percepire il battito cardiaco delle prede e di modulare per conseguenza lo sforzo muscolare necessario ad uccidere. Il serpente smette di esercitare pressione non appena sente che il cuore della preda si è fermato.

Soffocare un animale, a volte anche di notevoli dimensioni, richiede parecchia energia; una spesa metabolica, pari a sette volte l'energia necessaria a mantenere il corpo a riposo, che dura in media tra i nove e i sedici minuti. E siccome in natura nulla si spreca, era necessario sviluppare un sistema che dicesse al rettile quando smettere.

Ma come hanno fatto i ricercatori a scoprirlo? Lo studio appena pubblicato su Biology Letters è curioso e interessante.
Ovviamente era impossibile misurare i battiti cardiaci di un topo vivo mentre la povera bestia veniva stritolata da un serpente. Quindi gli studiosi hanno pensato di dare al rettile un topo morto, mantenuto ad una temperatura di 38°C e con un cuore artificiale impiantato nel torace, collegato a dei sensori di pressione.
Non potevo credere ai miei occhi, ha dichiarato uno dei ricercatori, i Boa constrictor si avvolgevano intorno alla preda artificiale, dandosi da fare nell'apparente tentativo di ucciderla. Finché c'era il battito, controllato da remoto, le spire del serpente stringevano, esercitando sempre maggiore pressione; quando i ricercatori “spegnevano” il cuore artificiale, il rettile si fermava.

Persino i boa nati in cattività, non abituati a cacciare e sottoposti ad una dieta di animali morti, mostravano lo stesso comportamento, segno che la capacità di modulare lo sforzo in base al battito del cuore è una funzione innata dei serpenti costrittori. Ma che tuttavia si affina con l'esperienza, visto che nei boa selvatici la pressione esercitata e la durata dello sforzo erano modulate con maggior precisione.

Quanto è importante per un predatore poter stabilire il momento esatto della morte della sua preda? Parecchio, assicurano gli studiosi, perché alcuni animali, come le lucertole o le iguane, possono rimanere a lungo senza respirare, ma se il cuore si ferma non ci sono dubbi, la preda non può più scappare.
Ci potrebbe essere anche un'altra spiegazione: un senso tattile così acuto serviva probabilmente a percepire la terra sotto il corpo e coordinare il movimento e potrebbe quindi essersi sviluppato molto presto nella storia dell'evoluzione di questi animali, che si sono adattati alla locomozione senza arti.

Altri dettagli: Biology Letters
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