
Storie dai Tropici
Squali: cresce il numero di attacchi mortali
(Gainesville, Florida, USA - 9/2/2011)
Aumentano gli attacchi di squalo nei confronti di esseri umani. Nel 2010 in tutto il mondo ne sono stati registrati 79, il numero più alto degli ultimi dieci anni, secondo quanto si legge nell'ultimo rapporto ISAF, appena pubblicato dai ricercatori dell'università della Florida.
Gli scienziati statunitensi, che studiano il fenomeno da decenni e dispongono della più ampia raccolta di dati storici, spiegano che il crescente numero delle aggressioni mortali è da attribuire al maggior rischio di incontro uomo-animale, dovuto al fatto che gli uomini trascorrono sempre più tempo libero in acqua.
Il dato del 2010 corrisponde ad un aumento di oltre il 25% rispetto ai 63 attacchi registrati nel 2009.
Ma va messo in conto un episodio eccezionale, di cui si è molto parlato qualche mese fa: cinque attacchi di squali in cinque giorni nel paradiso vacanziero di
Sharm el Sheik, uno dei quali si è purtroppo concluso con la morte di una turista.
Un fenomeno decisamente insolito in quest'area, che ha scatenato il panico tra chi si trovava in vacanza sul Mar Rosso e ha causato non pochi problemi all'industria turistica.
In questo caso pare che abbiano influito una combinazione di fattori diversi, come l'intensa attività di pesca che ha impoverito l’ambiente e reso gli squali più aggressivi, le temperature dell'acqua insolitamente calde, la pratica dello shark feeding e forse alcune carcasse di pecora scaricate irresponsabilmente in mare.
Riguardo alla mappa degli incidenti mortali, il rapporto del 2010 non mostra grosse sorprese: gli Stati Uniti si confermano in cima alla classifica, con 36 attacchi di squali, seguiti dall'Australia che ne registra 14, il Sud Africa con 8 e il Vietnam e l'Egitto, che ne segnalano 6 ciascuno.
Alla Florida resta il primato di capitale degli attacchi di squalo: 13 il numero di aggressioni mortali verificatisi davanti alle famose spiagge del Volusia County, come Daytona Beach, contro soltanto 4 aggressioni riportate invece nelle Hawaii.
Per la Florida, tuttavia, c'è una positiva inversione di tendenza perché il numero di aggressioni è in continuo calo da quattro anni; un dato che potrebbe rispecchiare l'economia in declino e il minor numero di presenze turistiche in Florida.
I ricercatori mettono in guardia gli appassionati delle attività balneari: "quando ci troviamo in mare siamo in un ambiente straniero, dove il nostro successo non sempre è garantito."
E raccomandano agli sfortunati che dovessero trovarsi faccia a faccia con il possente predatore di non rimanere passivi: se attaccati da uno squalo, bisognerebbe reagire colpendo l'animale sul muso o meglio ancora sugli occhi e sulle branchie, zone queste particolarmente sensibili. Lo squalo è aggressivo, ma cauto davanti ad una preda che combatte, soprattutto se questa è, come l'uomo, di una certa dimensione.
Per quanto in crescita, le morti causate dagli squali rimangono un numero esiguo. Dal canto loro, gli esseri umani uccidono da 30 a 70 milioni squali l'anno, ricordano gli autori del rapporto.
Altri dettagli su:
International Shark Attack File (ISAF)
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