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Storie dai Tropici

La tartaruga gigante dell'isola Pinta ufficialmente estinta

(Parque Nacional Galapagos, Ecuador - 25/6/2012)

La morte di una tartaruga non dovrebbe far notizia, ma questa volta è diverso. L'avevano chiamato Lonesome George, George il solitario, perché era l'ultimo esemplare rimasto della sua sottospecie. Adesso che è morta, la Chelonoidis nigra abingdoni può essere ufficialmente dichiarata estinta.

A prima vista sembrerebbe che non sia cambiato molto; tutto sommato, alle Galapagos vivono tuttora circa ventimila tartarughe giganti, appartenenti a 11 specie diverse. Se vogliamo, la sottospecie rappresentata dal vecchio George si pensava fosse già estinta dal 1972, anno in cui personale del Galapagos National Park avvistò per caso questa tartaruga sull'isola di Abingdon (Pinta).
Da allora il grosso rettile con la corazza è diventato simbolo inconsapevole di una lotta per la sopravvivenza e aveva catalizzato diverse iniziative di tutela di un ecosistema tra più delicati e anche più minacciati al mondo.

Prima dell'arrivo dell'uomo la popolazione di tartarughe giganti delle Galapagos raggiungeva le 250mila unità. Un numero che si era ridotto drasticamente già nel diciottesimo secolo, con la strage perpetrata dagli equipaggi delle baleniere che facevano scalo nell'arcipelago. I marinai avevano scoperto che i poveri animali potevano essere mantenuti vivi a bordo per mesi e mesi, quindi spesso deviavano per fare cambusa alle Galapagos.

In seguito le tartarughe giganti hanno dovuto affrontare una minaccia ancora peggiore: gli animali introdotti con gli insediamenti umani. In assenza di predatori alcuni mammiferi alieni, ad esempio capre e ratti, si sono riprodotti a dismisura; i ratti predavano le tartarughe appena nate, le capre si nutrivano delle stesse specie vegetali dei rettili e quindi erano in competizione per il cibo.
Se si aggiungono la predazione delle uova da parte di cani e di maiali e qualche eruzione vulcanica di tanto in tanto, si spiega facilmente come le tartarughe giganti abbiano seriamente rischiato l'estinzione.

Oggi di lavoro ce n'è ancora tanto, ma grazie alle iniziative di tutela ambientale e ai programmi di riproduzione in cattività e reintroduzione, sostenuti dal governo dell'Ecuador con la comunità scientifica internazionale, dai tremila esemplari nel 1974 si è passati alle circa ventimila tartarughe attualmente presenti in varie isole delle Galapagos.

Purtroppo i ripetuti tentativi di far riprodurre Lonesome George con un paio di femmine di sottospecie diverse sono falliti. Con la scomparsa della tartaruga gigante dell'isola di Pinta le Galapagos ci perdono in variabilità. Fu proprio la presenza di tante variazioni osservate da Charles Darwin all'interno delle popolazioni di uccelli e tartarughe a fornire la prova che le specie non sono fisse ma possono mutare in risposta alle diverse condizioni ambientali.

Altri dettagli: Parque Nacional Galapagos

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