
Storie dai Tropici
Dal Giappone alla California: il tonno radioattivo del Pacifico
(San Diego, CA, USA - 29/5/2012)
Ecco un chiaro esempio di come le specie migratrici possano facilmente diffondere gli inquinanti da un continente all'altro. Nei tonni catturati nelle acque davanti a San Diego, California, mesi dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, sono stati trovati alti livelli di cesio-134 e cesio-137.
Gli isotopi radioattivi erano presenti in concentrazioni 10 volte superiori a quelle riscontrate nei campioni di tonno pescati prima del tragico incidente giapponese.
“Non c'è altra spiegazione che il disastro di Fukushima per giustificare la presenza di cesio-134 nei tessuti muscolari di questi tonni” ha dichiarato Nicholas Fisher, professore di biologia marina alla Stony Brook University, il quale ammette di essere rimasto molto sorpreso dalla scoperta. Lo studio è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Gli studiosi hanno concentrato la loro attenzione sul tonno rosso (Thunnus orientalis), conosciuto anche come Pacific bluefin tuna. I tonni di questa specie sono grandi viaggiatori. Nascono nelle acque giapponesi e attraversano l'Oceano Pacifico fino alla California. Perché lo facciano è un mistero, comunque si tratta di un viaggio di 9.000 km circa, che i giovani tonni compiono in un paio di mesi.
I livelli di cesio radioattivo riscontrati nei tessuti muscolari dei tonni del Pacifico sono ampiamente entro i limiti consentiti, precisano gli esperti. Nessuna minaccia dunque per la salute umana.
Certo è che, come i tonni, anche altre specie che adottano simili comportamenti migratori possono diffondere i veleni di Fukushima in giro per gli oceani. Le tartarughe, ad esempio, o gli squali oppure gli uccelli marini.
Intanto per i ricercatori si tratta di un aiuto insperato: la presenza di isotopi radioattivi riconducibili a Fukushima può essere utile per tracciare specie marine, i cui modelli migratori sono ancora poco conosciuti. Questi studi sarebbero di grande importanza ai fini della conoscenza degli ecosistemi marini. Vuoi vedere che alla fine Fukushima ci aiuta a proteggere gli oceani?
Altri dettagli:
New Scientist
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