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Storie dai Tropici

Zanzare anofele scomparse da alcune regioni dell'Africa, malaria in calo

(Dar es Salaam, Tanzania - 29/8/2011)

Sono in costante diminuzione i casi di malaria in Kenya, Tanzania, comprese le isole di Zanzibar e Pemba, Eritrea, Ruanda e Zambia, tutti paesi storicamente ad elevata endemia malarica. Una riduzione assai significativa dei decessi e del numero di pazienti affetti da malaria si osserva negli ultimi anni anche in altre regioni dell'Africa sub-sahariana.
E' una buona notizia. Ogni anno, solo in Africa, la malaria uccide circa 800.000 persone, per la maggior parte bambini, ed è causa di diffuse disabilità. Come si è arrivati allora a questo risultato? Con l'impiego di zanzariere trattate con insetticidi, attraverso l'incremento dei programmi di controllo, con diagnosi più accurate e trattamenti a base di artemisinina, spiegano gli esperti dell'OMS.

Vero, ma c'è dell'altro: guardando i dati pubblicati recentemente da un gruppo di scienziati danesi, i principali vettori che trasmettono la malaria da P. falciparum in Africa sub-sahariana stanno progressivamente scomparendo; e quel che è inspiegabile, l'Anopheles gambiae e l'Anopheles funestus spariscono anche dalle zone dove non sono stati ancora implementati programmi di prevenzione e cura.

Piazzando migliaia luminose di trappole luminose (CDC light trap), quelle usate per il monitoraggio di specie ad attività crepuscolare e notturna, il team di ricercatori ha raccolto e contato le zanzare presenti nelle abitazioni di due diverse comunità del nord est della Tanzania. Alla fine dello studio, durato ben dieci anni (1998-2009), gli scienziati si sono trovati davanti a dati sorprendenti: se nel 2004 raccoglievano più di 5.000 insetti, nel 2009 il numero di zanzare anofele catturate era sceso a 14. Praticamente, non ce n'erano più. Sparite.

Benché nell'ultimo periodo di monitoraggio si cominciavano ad usare zanzariere trattate con insetticida, il numero di coloro che adottavano una qualche misura di protezione rimaneva comunque molto basso, rispetto agli abitanti totali dei due villaggi oggetto dello studio.
Ulteriori conferme di una riduzione di casi di malaria, scollegata dagli interventi di prevenzione e cura, viene da Pemba e da altre comunità della Tanzania continentale prossime all'isola, regioni nelle quali, sottolineano i ricercatori, l'incidenza della malaria si era già abbassata dell'85% prima della realizzazione di un piano di controllo della malattia.

L'insieme dei dati fa pensare ad una sorta di naturale declino di alcune specie di temibili zanzare, fino ad un quinquennio fa molto più diffuse in Africa. Ma cosa si nasconde dietro questa progressiva scomparsa? Le ipotesi sono tante, poche le certezze.

Secondo gli autori dello studio, una possibile spiegazione va cercata, ahinoi, nei cambiamenti climatici globali. Le zanzare, com'è noto, si riproducono più facilmente e quindi sono molto più numerose durante la stagione delle piogge. Le piogge seguono un netto andamento temporale, in Africa orientale come altrove: in Tanzania e in Kenya cadono da marzo a giugno, periodo conosciuto come quello delle “lunghe piogge”, e tra ottobre e novembre, durante la stagione delle “brevi piogge”.
Ma da qualche anno a questa parte, questo schema fisso non è più rispettato: precipitazioni anche abbondanti cadono in qualsiasi periodo dell'anno, alternate a lunghi intervalli caratterizzati da siccità. Gli scienziati ritengono che queste alterazioni climatiche possano aver disturbato, in qualche misura, il naturale ciclo di riproduzione delle zanzare anofeline.

Tuttavia, Dan Meyrowitsch professore presso l'Università di Copenaghen e coordinatore dello studio, non è convinto che sia solo colpa del clima che cambia. Senza dubbio, una relazione tra i due fenomeni c'è, ma non basta a spiegare la pressoché totale scomparsa di alcuni insetti e la normale presenza di altre specie di insetti affini.
Forse più di un fattore concorre ad annientare il nemico zanzara: potrebbe trattarsi di un fungo o forse di un virus, che si è diffuso in alcune popolazioni di insetti, potrebbero esserci alcuni cambiamenti nello stile di vita dei villaggi, come un uso diverso delle fonti idriche, la deforestazione o ancora l'utilizzo di pesticidi in agricoltura che, pur non essendo usati per la lotta alle zanzare, mettono comunque sotto pressione la specie.

Infine, c'è un altro importante aspetto da considerare. Ed ecco la brutta notizia.
I ricercatori sono convinti che le anofele torneranno a riprodursi e a colpire. Intanto, però, un numero considerevole di africani non è esposto alla malaria già da diversi anni e non ha perciò sviluppato quella forma d'immunità, dovuta a ripetute stimolazioni antigeniche, che consente alle popolazioni delle regioni ad alta endemia malarica di contrarre la malattia a decorso attenuato.
In prospettiva, quando i fattori sconosciuti che hanno causato la scomparsa delle zanzare cesseranno di agire, molti più adulti, e soprattutto moltissimi bambini, dovranno affrontare impreparati il pericolo malaria. Gravissime epidemie sono all'orizzonte se non proseguono l'impegno e gli sforzi nella lotta al vettore.
Altri dettagli: Malaria Journal

Leggi anche: La zanzara: nemico pubblico numero uno e Tutti i numeri della dengue
Schede PaesiTropicali.com: Tanzania, Kenya

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