Il Vietnam fa tendenza, il suo fascino languido irretisce ogni anno un numero sempre maggiore di turisti: in effetti, è un paese che per certi aspetti riporta alla memoria il sudest asiatico di vent'anni fa.
Terzani, uno che l'Asia la conosceva bene, intitolò un capitolo di un suo libro in cui raccontava la liberazione di Saigon del 75 "Vietnam, provvisorio a vita". I tempi sono cambiati, ma l'immagine si adatta ancora a questo paese. Per chi, come il turista, non ne vive i disagi, sono garantiti atmosfera, colore e un certo romanticismo postcoloniale.
Gli itinerari classici partono da Hanoi o da Ho Chi Minh City (Saigon), rispettivamente nel nord e nel sud del paese. Due città separate da rivalità antiche, che hanno anime profondamente diverse e che potrebbero ancora essere ognuna la capitale di quei due paesi un tempo divisi dal 17imo parallelo: storicamente confuciano e più rigidamente filocomunista il nord; buddista, aperto alle influenze occidentali e oggi più rampante, il sud.
Mentre a Saigon la vita pulsa frenetica e si anima nei locali più trendy, le strade della vecchia Hanoi conservano nomi esotici, come via della seta o via delle carte da gioco. Gli edifici coloniali risalenti al periodo di occupazione francese sono logorati dal tempo, ma la decadenza di facciate e ringhiere in ferro battuto non rende meno affascinante quell'atmosfera da città tropicale anni trenta.
Saigon è il centro di traffici di ogni tipo e del divertimento notturno; Hanoi si sveglia presto e all'alba i suoi parchi e i giardini si riempiono di persone di ogni età che praticano il t'ai chi.
Il tour dell'ex zona demilitarizzata è una delle attrazioni preferite dalle comitive di turisti e non solo da marines nostalgici in cerca dei luoghi della memoria. Saigon non si è lasciata sfuggire l'occasione e offre percorsi che cominciano nei tanti Apocalipse Now Bar, ambienti perfettamente decorati in stile bellico, dove si sorseggiano allegramente B52 cocktail e altri drink dai nomi evocativi. Il tour trova infine la sua apoteosi nei tunnel Cu Chi, quel dedalo allucinante di budelli sotterranei scavati dai vietcong durante la guerra.
Intanto ad Hanoi, il bellissimo mausoleo dove riposa imbalsamato Ho Chi Minh è meta che attrae pochi visitatori.
Fuori dalle città il paesaggio è mutevole, costituito per i tre quarti da montagne e colline. Le risaie e i fiumi ne rappresentano il motivo ricorrente, le une legate agli altri da millenni. Come nel delta del Mekong, con il suo flusso che s'inverte in funzione dei monsoni e che alimenta un labirinto di canali di irrigazione; qui la vita si svolge sull'acqua, su piccole imbarcazioni che penetrano nel fitto di risaie, bananeti, palmizi e grovigli di mangrovie, in un continuo via vai di merci e frutti da caricare e scaricare.
Lungo lo stretto corridoio di territorio che si affaccia sul mar cinese meridionale, le torri di mattoni rossi di architettura Cham spuntano dalla foresta tropicale. E poi le baie, che si aprono tra le montagne tondeggianti e il verde intenso del mare: Halong, dove si naviga in un labirinto di tremila isolotti carsici e di villaggi sull'acqua, è una meravigliosa cartolina del Vietnam.